Regia di Elio Petri vedi scheda film
Il racconto di un celebre episodio della Resistenza, quello dei sette fratelli Cervi fucilati dai nazifascisti nel 1943, passa per la testimonianza di loro padre, Alcide.
Sette contadini dell'Emilia-Romagna, i fratelli Cervi. Già il titolo di questo cortometraggio aiuta a concepire l'approccio che Petri e i suoi sceneggiatori (Cesare Zavattini, reggiano anch'egli, Renato Nicolai e Luigi Chiarini) hanno avuto nei confronti dell'argomento trattato, cioè uno dei più noti episodi finiti tragicamente nel corso della Resistenza. E' un approccio sostanzialmente neorealista, per quanto il termine sia ormai passato definitivamente di moda nel nostro cinema; ma il documentario spoglio e verista - opera seconda di Petri - che è questo I sette contadini si richiama senz'altro a quel tipo di tradizione. La strada di Petri come regista, dopo qualche anno come assistente e soprattutto come sceneggiatore, va così aprendosi, anche se saranno necessari altri quattro anni prima che il Nostro possa tornare dietro la macchina da presa; ma questa volta, con il lungometraggio L'assassino, del 1961, lo farà per rimanerne saldo al comando. I sette contadini vede la partecipazione di Renato Cominetti come speaker (così accreditato nei titoli di testa), ovvero come voce esterna che legge il commento firmato dal solo Nicolai; ma soprattutto mostra sullo schermo il padre dei Cervi, Alcide, che offre la sua testimonianza sulle vicende al centro dell'opera. 6/10.
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