Un uomo torna a casa dopo tanti anni; prende una stanza nella pensione gestita da sua madre e sua sorella, che però non lo riconoscono. Ma anche il nuovo arrivato ignora una cosa fondamentale: il segreto sanguinario che le due donne condividono.
Opera teatrale di Albert Camus, scritta durante la seconda guerra mondiale, Il malinteso viene portata sul piccolo schermo nel 1983 da Bruno Rasia, intellettuale dalle sfaccettate ambizioni che in quel periodo (anni Ottanta, essenzialmente) lavorò per qualche produzione della Rai, come sceneggiatore o come regista (qui compare in entrambi i ruoli). La durata di due ore lascia spazio all'approfondimento di personaggi, caratteri e psicologie in una storia peraltro dai pochi scossoni; ma fortunatamente per i ruoli principali Rasia si aggiudica due interpreti di sicura resa come la giovane, ma già quotata Lina Sastri e Alida Valli, che non ha bisogno di presentazioni. Non sarà uno dei testi più noti di Camus, ma la trasposizione di Rasia è comunque di un'onestà efficace, anche senza impressionare più di tanto; gran lavoro su dialoghi e primi piani, con un'impostazione teatrale di base che sfrutta scarse scenografie e limita il più possibile l'azione. 3,5/10.
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