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Vieni avanti cretino

Regia di Luciano Salce vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Vieni avanti cretino

di axe
6 stelle

Pasquale Baudaffi, di origini baresi, termina il suo periodo di detenzione presso il carcere di Regina Coeli, a Roma. Il cugino Gaetano, impiegato in un ufficio di collocamento, s'impegna per trovargli un lavoro; per prima cosa, il protagonista sente la necessità di soddisfare un bisogno "fisiologico". Si reca presso i locali di una casa d'appuntamenti, ma senza sapere che sono stati adibiti a studio dentistico. Successivamente, affronta vari "primi giorni" di lavoro, con scarso successo. Si rassegna, infine, a vivere per strada. Ma l'incontro con un cagnolino smarrito da una donna ricca e sola e l'inconsueta ricompensa offerta per il ritrovamento, gli offrono una possibilità per migliorare la propria condizione. Una commedia ad episodi legati da un sottile filo conduttore, che vedono come assoluto protagonista Pasquale, interpretato da Lino Banfi. L'attore pugliese dà vita ad un personaggio di buona indole, fondamentalmente onesto, in cerca della soddisfazione di bisogni primari; non ha successo poichè bersagliato non solo dalla malasorte, ma anche dalle incomprensioni, figlie delle complicanze e delle ipocrisie della società moderna. Nell'episodio del bar, Pasquale è confuso da un dialogo inconcludente che due ragazzi sostengono sul loro incerto rapporto sentimentale. Nell'episodio della fabbrica "automatizzata" apprende che sono le macchine a controllare l'uomo e non viceversa. In quello dell'ufficio di collocamento, subisce discriminazione per il suo presunto orientamento sessuale. Tra gli episodi che ho apprezzato di più c'è il primo, nel quale Pasquale conduce dialoghi basati sugli equivoci con gli strambi pazienti nella sala d'attesa dello studio odontoiatrico scambiato per bordello. Sono presenti sequenze "piccanti" nell'episodio che ha come co-protagonista la libertina siciliana Carmela ed i suoi possessivi fratelli. Non tutti gli episodi sono "ben invecchiati", ma l'estro di Lino Banfi, che recita con garbo, senza mai essere eccessivamente volgare o andare sopra le righe, tiene acceso l'interesse, fino alla sua "esecuzione", orchestrata dal regista del film, Luciano Salce e condotta con una scarica di torte in faccia; una conclusione che conferma le intenzioni farsesche dell'opera. Un film da non perdere per chi apprezza l'arte di Lino Banfi; piacevole per tutti gli altri.

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