Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Chiudendo un occhio qua e là, gli concedo un "buono". Pur nella sua modestia di film ad episodi di poche pretese, non si può negare che offra occasioni per diverse risate. Non tutti gli episodi sono riusciti, ma la maggioranza sì, e si ride parecchio e a più riprese. Le risate son grosse e grasse, la comicità non è esattamente fine e inglese, ma la volgarità è sotto il livello di guardia. Lino Banfi è scatenato, e il film poggia quasi tutto sulle sue spalle; secondo me si può senz'altro dire che sia la sua migliore prova. Si distingue anche Franco Bracardi nell'esilarante episodio dell'interrogatorio da parte della moglie. Gigi Reder per una volta non è il rag. Filini e ci offre un divertente duetto col padrone di casa Banfi, e dimostra di essere uno di quei tanti attori italiani che non furono valorizzati come avrebbero meritato. Salce non è più quello di una volta, ma fa quel tanto che basta per far funzionare l'insieme. Non manca un po' di satira sul moderno mondo del lavoro (l'ultimo episodio), e certe stoccate a personaggi in voga all'epoca (tra cui Benigni, egregiamente imitato da un altro toscano acconciato come lui). Moana Pozzi viene messa lì solo per dar bella mostra di sé, ma oso dire che forse aveva la vocazione dell'attrice vera e propria (vocazione che non seguì). E' un buon film per passare una serata dopo una giornata pesante.
La canzonetta "spagnola" fa ridere ed è molto orecchiabile.
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