Regia di Giorgio Amato vedi scheda film
Un imprenditore in difficoltà (Tognazzi) sta cercando di giocarsi in una sola serata la sua ultima carta: corrompere, tra vini costosissimi, escort e mazzette, l'uomo di potere di turno invitato a cena (interpretato da Fortunato Cerlino, il Pietro Savastano della serie-TV Gomorra), il ministro del titolo. La speranza di giocarsi in questo modo l'appalto si gioca all'interno di una lussuosissima casa nel quartiere residenziale dell'Eur, a Roma, dove sono presenti la moglie (Barela) e il cognato dell'imprenditore (Pesce), una linguacciuta ballerina cinese che studia filosofia (Jun Ichikawa, che in realtà è giapponese), ingaggiata come possibile escort all'ultimo momento e la domestica di colore (Fronten). Le cose andranno ben diversamente dal previsto.
Al suo esordio dietro la macchina da presa, Giorgio Amato attinge a piene mani dal malaffare della politica romana, con echi che richiamano il caso Tarantini-Berlusconi e un registro a cavaliere tra thriller e commedia con brusche virate sul grottesco, soprattutto nella scena iniziale e in quella finale del film. Il quale riesce a tenere sempre alta la tensione, nonostante qualche cedimento a un eccesso di una scrittura alla continua ricerca dell'apoftegma fulminante.
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