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Videodrome

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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La recensione su Videodrome

di Antisistema
10 stelle

Prima di ieri per il sottoscritto David Cronenberg era poco più di un sbruffoncello rancoroso, che aveva osato attaccate i magnifici Batman di Nolan, con argomentazioni alquanto fallaci e si era messo a criticare Shining di Stanley Kubrick criticandone la propensione al successo, mentre lui come Fellini è Bergman non ha mai puntato a fare soldi (in effetti dando uno sguardo veloce su Wikipedia, tranne 4-5 film, al botteghino i film del regista Canadese sono sempre andati in perdita). Diciamo che mi stava tremendamente antipatico, ma dopo ieri forse come regista è molto meglio di quanto spara fregnacce, quindi in attesa che un giorno Cronenberg scopra la differenza che intercorre tra 2D e 3D, in modo da capire che Nolan non ha mai girato film in terza dimensione, direi che godersi il Canadese solo come regista è meglio.

 

James Woods

Videodrome (1983): James Woods


Videodrome (1983) è un'allucinata e surreale metafora della compenetrazione spaventosa (ma oramai ineluttabile alla luce dei tempi odierni) tra il corpo umano e la tecnologia (in questo caso la televisione). Nella pellicola David Cronenberg sin da subito mostra un essere umano pigro ed abulico, che assiste con fare alquanto svogliato ad una donna che parla in televisione; la macchina da presa passa dallo schermo al divano dove troviamo sdraiato Max Renn (James Woods), l'uomo è palesemente annoiato eppure non spegne l'apparecchio televisivo, dimostrandosi così passivamente assuefatto alle immagini del teleschermo, il quale prima ancora di tutti gli avvenimenti che accadranno successivamente, era già un’estensione del suo corpo umano, essendo il televisore “il suo occhio privilegiato da cui osservare la realtà”. L'uomo è il direttore di una piccola stazione televisiva chiamata Cinic TV, rinomata per trasmettere video che trasmettano emozioni forti (principalmente video pornografici) agli spettatori. Per Cronenberg la realtà castra l'istinto primordiale umano per via delle sue regole morali, così che la televisione è divenuta il rifugio solitario ultimo dell'essere umano dove quest'ultimo può dare pieno sfogo ai suoi istinti.

 

James Woods

Videodrome (1983): James Woods


Lo sguardo del regista su tale fenomeno non è per niente moralista anzi; forse è pienamente favorevole alle persone che con noncuranza non fanno altro che seguire l'istinto primordiale proprio dell'essere umano (il godimento tramite il sesso e il piacere della violenza), contro i moralisti ben pensanti conservatori, che nel film sono incarnati dai gestori di Videodrome. Oramai la compenetrazione tra uomo e tecnologia è divenuta talmente radicata, che quest'ultima è oramai un vero e proprio “organo esterno” dell'essere umano, tanto che quest'ultimo è divenuto pienamente schiavo del mezzo televisivo, evolvendosi in “nuova carne" e trasformarsi una sorta di “homo videns". Oramai dalla realtà fisica apprendiamo sempre meno, diventando decisivo sotto questo punto di vista l'immagine televisiva, la quale a poco a poco si compenetra nella nostra carne sempre più tanto che alla fine diventa essa l'unica realtà, che arriva a mostrarci cosa dobbiamo fare per andare avanti. Per Cronenberg ciò risulta essere spaventoso, poiché alla fine l'uomo non sarà altro che una marionetta che replichera' le immagini mostrate dal mezzo televisivo, divenuto un nuovo guru (quindi la nuova carne), da seguire ciecamente.
Videodrome è un film dalle immagini dal forte impatto surrealista, con una fotografia che esterna colori forti come il rosso ed il blu, simboli delle emozioni estreme che muovono l'essere umano nella sua vita.

 

James Woods, Deborah Harry

Videodrome (1983): James Woods, Deborah Harry


Ricco di metafore e pervaso da una narrazione a cui non importa puntare sulla logicita' delle concatenazioni tra causa ed effetto, la pellicola è a distanza di quasi 40 anni, un capolavoro assoluto per la capacità di leggere il futuro dell'essere umano, che oramai in pieno terzo millennio si a in gran parte realizzato. Il film non lesina di metafore e mutamenti corporei anche “estremi" dal punto di vista visivo (l'apertura all'altezza dello stomaco è disturbante), dove vi è la “vivificazione" carnale degli oggetti, che assumono vita propria emanano un'aura anche molto erotica, ma grazie all'estremo equilibrio della regia di Cronenberg, non si scade mai nella trashata, cosa molto facile dato l'approccio adoperato alla materia. Alla fine della visione, lo spettatore si ritrova a dover digerire pezzo per pezzo, questo film pionieristico, pervaso da una felice indeterminatezza di fondo, dovuta forse al fatto che neanche Cronenberg si sia voluto spingere sino in fondo nella sua analisi sull'evoluzione dell'essere umano, lasciando poi il compito di specificare più dettagliatamente il concetto a pellicole future che potranno dare uno sguardo sull'uomo più accurato in base all'evoluzione avvenuta.

 

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

 

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