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Un gioco per Eveline

Regia di Marcello Avallone vedi scheda film

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La recensione su Un gioco per Eveline

di mm40
3 stelle
Una coppia sta litigando in auto. Lui vuole un figlio, lei no; sbandano e hanno un piccolo incidente, ma niente di grave. Trovano riparo presso la villetta di un'altra coppia che, chiacchierando, rivela di aver perso la propria bambina l'anno precedente. Strane coincidenze cominciano a verificarsi nella casa.
 

L'esordio nel cinema a soggetto per Marcello Avallone, già autore due anni prima di un documentario (L'altra faccia del peccato) è questo Un gioco per Eveline, thriller psicologico del 1971. All'epoca il genere era molto quotato sui nostri schermi, ma un'opera dall'approccio così approfondito, dai personaggi tanto ben studiati merita una menzione positiva; certo, la pellicola mostra anche evidenti limiti, allo stesso tempo. Innanzitutto il budget è quello che è, la gran parte delle scene si svolgono fra quattro mura, ma la storia non ne risente più di tanto; nella sceneggiatura firmata dal regista insieme a Stefano Calanchi e Marco Guglielmi troviamo poi ripetuti accenni erotici che sviano la tensione di fondo della trama, generando per l'opera pretese di altro tipo, puntualmente comunque deluse (il menage a 4 viene covato per lungo tempo, ma nei fatti concreti si vede poco che possa turbare). Il cast non vede impiegati interpreti di richiamo, nè dotati di particolare presenza: Erna Schurer, Wolfgang Hillinger, lo stesso Marco Guglielmi, Adriana Bogdan e, in una parte marginale, anche Rita Calderoni. La conclusione onirica, per quanto non così originale, è comunque a suo modo spiazzante. Avallone scomparirà per un po' dal mondo del cinema, per raggiungere l'apice della notorietà con qualche modestissima pellicola 'di genere' alla fine degli anni Ottanta (Spettri, Maya). 3,5/10.

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