Trama
Julieta, una professoressa di cinquantacinque anni, cerca di spiegare, scrivendo, a sua figlia Antia tutto ciò che ha messo a tacere nel corso degli ultimi trent'anni, dal momento cioè del suo concepimento. Al termine della scrittura non sa però dove inviare la sua confessione. Sua figlia l'ha lasciata appena diciottenne, e negli ultimi dodici anni Julieta non ha più avuto sue notizie. L'ha cercata con tutti i mezzi in suo potere, ma la ricerca conferma che Antia è ormai una perfetta sconosciuta.
Approfondimento
JULIETA: LA FORZA DELLE DONNE
Diretto e scritto da Pedro Almodovar a partire da tre storie brevi di Alice Munro, Julieta racconta la storia di Julieta, una donna che vivea Madrid con la figlia Antia. Entrambe soffrono in silenzio per la perdita di Xoan, padre di Antia e marito di Julieta. A volte però il dolore, anziché avvicinare le persone, le allontana: così, quando compie diciotto anni, Antia abbandona la madre senza alcuna spiegazione. Julieta la ricerca in ogni modo possibile ma tutto ciò che scopre è quanto poco conosca la figlia.
Con la direzione della fotografia di Jean Claude Larrieu, le scenografie di Antxón Gómez, i costumi di Sonia Grande e le musiche di Alberto Iglesias, Julieta narra delle lotte di una madre per sopravvivere a uno stato di incertezza. Parla anche di destino, di complessi di colpa e dell'insondabile mistero che porta ad abbandonare le persone che si amano e a cancellarle dalle proprie vite come se non avessero mai significato nulla o non fossero mai esistite. A spiegare meglio Julieta sono le parole dello stesso Almodovar in occasione della presentazione del film in concorso al Festival di Cannes 2016: «Il film inizia con il primo piano di un tessuto rosso, che ben presto scopriamo avere il battito di un cuore, il battito di Julieta. La seconda immagine è quella di una scultura con la consistenza e il colore della terracotta. Rappresenta un uomo nudo seduto. Julieta colloca la scultura in una scatola di cartone la avvolge con cura, come un bambino che viene vestito dalla madre. È il 2016.
La scultura viene poi rivista dopo o, meglio, prima, nel 1985: la scultrice si chiama Ava, probabilmente in onore di Ava Gardner. Ava è molto bella e libera come l'attrice che ha interpretato Venere in Il bacio di Venere. Venere è la dea dell'amore, della bellezza e della fertilità, tre qualità molto presenti nello studio di Ava. La giovane Julieta del 1985 prende la scultura tra le sue mani, scultura che anche in questo caso ricorda la figura di un bambino nelle mani di donne che parlano del suo peso e della consistenza della sua pelle.
Nella sequenza successiva, Ava plasma una nuova figura con l'argilla mentre Julieta osserva. Il fango prende gradualmente la forma di natiche e gambe maschili. "Gli dei hanno creato gli uomini e gli altri esseri con l'aiuto dell'argilla e del fuoco", dice Julieta. Ava ascolta molto attentamente mentre continua a modellare. Julieta insegna letteratura classica, si preoccupa di raccontarle della creazione come fosse una storia e finisce per confessar che è incinta.
Le tre sequenze mostrano il potere delle donne in quanto creatrici dell'uomo. L'uomo rappresentato dalla scultura è molto piccolo rispetto alle loro mani. Se lo passano da una all'altra... La donna non solo dà origine alla vita degli uomini ma si dimostra più forte di loro nel combattere, amministrare, soffrire e godere, tutto ciò che la vita comporta. Solo il destino è più forte delle donne.
La vita di Julieta è segnata da un incontro in treno. Sono sempre stato affascinato da tale mezzo, capace di attraversare ogni genere cinematografico, anche se le migliori scene in treno che io ricordi appartengono alle opere di Alfred Hithcock e Fritz Lang. Sul treno, posto metaforico e pieno di significato, Julieta entra in contatto con i due poli dell'esistenza umana: la morte e la vita.. con l'amore fisico come risposta alla morte: le due volte che vediamo Julieta fare l'amore con Xoan qualcun altro muore.
Nel 2003, Antia, la figlia che Julieta ha avuto da Xoan, compie 18 anni e decide di andare via per un ritiro nei Pirenei. Julieta è distrutta dal separarsi dalla figlia, da cui non è mai stata lontana. La vede scendere dalle scale e sparire via, nascondendo il suo dolore come può. Questo è uno degli addii che deve affrontare nella sua esistenza, gli altri risalgono a tempo prima. Il primo risale al 1985 e allo sconosciuto che ha voluto suicidarsi sotto il treno. Il secondo invece all'ultima volta che ha visto Xoan, prima che questi - dopo una discussione - annegasse durante una battuta di pesca per via di una violenta tempesta. I due tragici addii hanno segnato inesorabilmente la sua coscienza.
Con Julieta sono tornato a esplorare l'universo femminile. Il cast del film è composto principalmente da donne e uno dei rischi che mi sono preso è stato quello di far interpretare Julieta da due diverse attrici - Adriana Ugarte (Julieta dai 25 ai 40 anni) e Emma Suárez (Julieta dai quarant'anni in poi) - mentre altri personaggi rimangono impersonati dalle stesse attrici, come ad esempio Ava, portata in scena da Inma Cuesta».
Note
Un film sull'ineluttabilità del destino, sul complesso di colpa, sul mistero inspiegabile che ci fa abbandonare le persone che amiamo eliminandole dalle nostre esistenze come se non significassero nulla e sul dolore che tale abbandono produce in chi lo subisce.
Trailer
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Commenti (8) vedi tutti
Non il migliore Almodovar.
leggi la recensione completa di tobanisAlmodovar sa indubbiamente raccontare filmicamente, ma col passare degli anni si sente che il suo mondo artistico va in sottrazione. Dalla visionarietà creativa all’inizio della sua carriera al pessimismo imperante di oggi. Questo film ne è un esempio.
commento di vjarkivSgradevole storia di una donna la cui vita viene rovinata dalla fuga della figlia. Scritto male il film è privo di ironia, di humor e, peggio, questa volta Almodovar non sembra provare la minima simpatia per i suoi personaggi.
commento di michelil film parte bene e se vogliamo prosegue bene,ma i troppi flashback rovinano il racconto,faticano la visione dello spettatore.....alla fine arrivo alla sufficienza...e qualcosina in piu',ma mi da' l'idea che poteva essere costruito meglio....ale' Almodovar.
commento di ezioAlmodovar + Munro: difficile immaginare coppia peggio assortita. Il risultato è un film che forse scontenterà i fan sia sell'uno sia dell'altra, ma che senza dubbio fa discutere e riflettere.
leggi la recensione completa di SpringwindSublime. Non esistono altri aggettivi per descrivere la bellezza dell'ultima, grandiosa opera di Pedro Almodóvar.
leggi la recensione completa di AlbertoBelliniLo spettatore aspetta il gran finale ma, Invece della genialata, ti arriva una scialba , improbabile e poco convincente spiegazione.
leggi la recensione completa di viacristallini99Julieta, giovane vedova, vive per la figlia Antia, che la ripaga fuggendo di casa appena diciottenne con un gruppo di sedicenti religiosi. Una sofferenza senza spiegazione, fino a quando la legge del contrappasso riavvicinerà entrambe. Melò sfacciato e a senso unico, troppo concentrato sulla (doppia) protagonista, lasciando allo sbando l'altra.
leggi la recensione completa di alan smithee