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The Neon Demon

Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film

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La recensione su The Neon Demon

di maurizio73
3 stelle

L'impianto favolistico di questo pastiche misogino in salsa horror soggiace un pò enfaticamente ad un plot di genere con molte concessioni al kitsch e qualche citazione di troppo (Polanski, Lynch, De Palma,...Argento!) che ne fanno un prodotto derivativo dalla messa in scena estetizzante e pretenziose ambizioni d'autore non andate a buon fine.

Appena arrivata a Los Angeles per intraprendere la carriera di modella, la giovane Jesse viene ingaggiata da un famoso guru della moda, entrando nelle mire di tre inquietanti colleghe morbosamente attratte dall'ideale di candore e di bellezza che la ragazza sembra incarnare. 

 

locandina

The Neon Demon (2016): locandina

 

Oggetto un pò misterioso di una disinvolta ambizione festivaliera, questa ennesima riproposizione del mondo dell'effimero come paradigma faustiano di perdizione e dannazione eterna sembra il facile clichè per una messa in scena grandguignolesca che, se non aggiunge nulla ad un immaginario già consolidato da opere di ben altro spessore, benchè dal registro assai diverso (per dire, da Mulholland Drive a La morte ti fa bella), dall'altro sembra di confermare la regola d'oro secondo cui quando il successo rischia di darti alla testa sarebbe bene pensare di prendersi un anno sabbatico, piuttosto che ridursi a siglare le proprie opere con un pretenzioso marchio di fabbrica (NWR) al pari di un CR7 qualunque. Capita quindi che nell'esaltare la pretesa superficialità dei temi con l'attesa superficialità del format, si confonda intenzionalmente la legittima aspirazione a trasformare l'ispirazione in una coerente struttura formale con la provocatoria volontà di ridurre quest'ultima allo scopo ultimo della rappresentazione cinematografica. Se il demone della vanità si è impossessato di me, sembra dire NWR, allora mi perdoneranno per certo se ne riduco la celebrazione ad un mero esercizio di stile. Il diavolo sta nei dettagli insomma, ma qui sembrano essercene troppi, compresa la classica discesa agli inferi, nel regno dello squallore e della perdizione, tra i laidi recessi di in universo violento e selvaggio e la crudele sublimazione di un posticcio ideale di bellezza che si nutre del sangue e della carne di giovani prede da sacrificare sull'altare di una immonda bramosia di vanità. The Neon Demon, la geometrica, abbacinante, ipnotica divinità dell'effimero diventa quindi lo specchietto per le allodole per un pubblico da stordire con un impianto visivo di primordine (tra vertiginosi piano sequenza, luci stroboscopiche, musiche psichedeliche, ridontanti cromatismi e chi più ne ha più ne metta) ed una pretestuosa superficialità narrativa in cui la frammentarietà delle scene e la spiazzante incoerenza dei nessi logici sono l'armamentario un pò spuntato di chi vorrebbe decretare anzitempo l'inesorabile declino della settima arte (The Canyons - 2013). L'impianto favolistico di questo pastiche misogino in salsa horror soggiace quindi un pò enfaticamente ad un plot di genere con molte concessioni al kitsch e qualche citazione di troppo (Polanski, Lynch, De Palma...persino Argento!) che ne fanno un prodotto derivativo dalla messa in scena estetizzante e pretenziose ambizioni d'autore non andate a buon fine. Alternano soluzioni visive di indubbio fascino ad imbarazzanti cadute di gusto, il film di Refn oscilla pericolosamente tra il sublime e il ridicolo, agitando sotterranee pulsioni ferali (sessuali, macabre, mortifere) che emergono con sconcertante superficialità nei riti ancestrali di un club locale di giovani streghe o nello sfiancante corteggiamento di una irriducibile ragazza frigida. Finale cruento e stomachevole, non esattamente per tutti i gusti.
Nemmeno l'Inferno conosce la furia di una donna che è stata respinta...sopratutto se a respingerla è un'altra donna!

 

"Señorita, la tua vita comincerà domani, la cambierai domani. La fortuna e la luna, giocano a scomparire, per poter ritornare qui"

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