Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film
L'estro visionario di un artista è presente fin dagli albori ma non sempre si sviluppa nel migliore dei modi o addirittura non si sviluppa affatto, come quelli che credono di avere chissà quale dono e invece non possiedono nulla di ciò che speravano e, molto spesso, inconsapevolmente o volontariamente, come accade nel caso di chi ha la piena convinzione di possedere tali doti, si prendono l'ingrato compito di mettere in scena il film dalle eccessive inquadrature dall'intento artistico ma dall'esito piuttosto incerto. Nicolas Winding Refn gioca a fare il grande autore, citando Kubrick e cercando di imitare lo stile di Lars Von Trier ma fa' un pasticcio irrecuperabile. Eppure l'inizio sembrava partito con le migliori intenzioni, passino pure le scene psichedeliche e la sconclusionata presenza di Keanu Reeves ma le sequenze cannibalesche sono qualcosa di talmente nauseabondo da creare fastidio e voglia di uscire dalla sala quanto prima. La notevole performance di Elle Fanning attutisce la natura di questo thriller disgustoso che oscura il piacere di una visione rilassata, celando le probabili intenzioni del regista di creare appigli simbolici e significati volutamente travisati. Sconsigliato ai deboli di stomaco e ai fotosensibili. Bella la fotografia e le musiche che eccellono su ogni altro elemento percepibile.
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