Regia di Tim Miller vedi scheda film
Divertente, dissacrante, politicamente scorretto, Deadpool ti intrattiene dal primo all'ultimo minuto, con un ritmo incalzante che copre quasi completamente la magra sceneggiatura e l'antagonista pressoché inutile.
Nuova trasposizione cinematografica del celebre "Mercenario chiacchierone" della Marvel, dopo quell'aborto spontaneo che è stato realizzato in 'X-men - Le origini: Wolverine", Deadpool, sin dai titoli di testa (cosa che non ti aspetti), fa capire subito "che aria tira": irriverente, politicamente scorretto, volgare (ma quel volgare dissacrante e non patetico come avviene spesso nelle pellicole di bassa categoria), folle, eccentrico e chi più ne ha più ne metta. Tutto incentrato, manco a dirlo, sul protagonista, tale Wade Wilson (interpretato, forse, da l'unico attore in grado di sfruttare al meglio questo ruolo, ossia un Ryan Reynolds sempre sul pezzo), a cui, letteralmente, gli "appioppano" l'immortalità, che, comunque, serve a curargli il tumore di cui era affetto.
La prima ora della pellicola è dedicata all'origine dell'antieroe per eccellenza, attraverso numerosi flashback e rotture della quarta parete (caratteristica peculiare di Deadpool anche nei fumetti ad esso dedicato), mentre gli ultimi 30/45 minuti sono incentrati sulla "missione" più banale e prevedibile che un supereroe abbia mai affrontato: salvare la ragazza dal cattivone di turno!
Ed è qui che emergono i problemi più grossi di questo film: la sceneggiatura e la caratterizzazione del villain.
La prima quasi non esiste; regge pienamente nella parte incentrata sulla creazione del personaggio, ma si sflada totalmente in un finale, come già detto, banale e prevedibile.
Il secondo ... non esiste neanche lui! Zero caratterizzazione e approfondimento della sua natura di "malvagio" (chiamiamolo così, dai), non incide minimamente e lo si dimentica 2 minuti dopo la fine del film.
Dunque, la forza di 'Deadpool' è data esclusivamente dalla verve comica del protagonista (assieme anche all'amico fidato, con il quale avvengono divertenti scambi di battute), con costanti riferimenti sessuali (quasi sempre azzeccati) e, sopratutto, da una moltitudine di riferimenti e citazioni alle altre pellicole Marvel (anche qui si può dire che viene rotta la quarta parete, in quanto si fa riferimento molto spesso agli attori e non ai personaggi che interpretano all'interno dei film) e dalla ottime scene d'azione (considerando che è il cinecomic costato meno di tutti). Il resto è poca roba.
I punti forti di questo film sono anche il suoi punti deboli, ossia la troppa dipendenza dal protagonista. Inoltre, data la natura di questo cinecomic, è di difficile collocazione all'interno dell'universo cinematografico Marvel, per quanto riguarda gli X-Men.
Quindi la vera sfida arriva ora: realizzare un sequel (che credo sia già in programma) che eviti gli errori evidenti di sceneggiatura presenti in questo primo ottimo film d'esordio, in quanto per quest'ultimo è andata bene così (esci dalla sala divertito ed entusiasta) ma per il seguito/crossover con gli X-men (fate voi ...) al pubblico servirà qualcosa di diverso per non farlo piombare nei clichè, nella banalità e nella prevedibilità.
Promosso a pieni voti, ma si dovrà impegnare di più la prossima volta!
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