Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Uno dei film più riusciti, più spietati e più disperati della storia del cinema.
VIALE DEL TRAMONTO è, senza ombra di dubbio, uno dei film più riusciti, più impietosi, più disperati della storia del cinema. In un ipotetica lista delle pellicole da visionare assolutamente per capire l'essenza e la potenza di questa ineguagliabile arte, assieme a qualche opera di Hitchcock, Kurosawa, Welles, Chaplin e Buñuel, rientrerebbe sicuramente tra le prime dieci posizioni: il cinema che irride il cinema, il cinema che mostra i suoi aspetti negativi, la sua ferocia, la sua malvagità. Il cinema che fa un' amara satira e una spietata radiografia di se stesso. É questo il punto di forza di uno dei classici di Billy Wilder, celante sotto una tipica vicenda da noir anni 40-50( genere cinematografico a cui Wilder stesso ha dato un importante contributo con LA FIAMMA DEL PECCATO) una disperazione e un amarezza accentuate maggiormente rispetto ad altri film del celeberrimo cineasta austriaco . Un' angoscia che traspare in ogni sequenza ( anche in quella più innocua, innocua, però, solo in apparenza), in ogni frase, in ogni dialogo. Un' angoscia che parte dallo stomaco fino ad arrivare in gola. Anche il cast evidenzia questo aspetto appena descritto: la protagonista femminile del film ( l'ex stella del cinema muto Norma Desmond) è interpretata ( con immenso coraggio) da Gloria Swanson, all'epoca realmente dimenticata dopo il successo ottenuto negli anni'20, mentre nel ruolo di loro stessi appaiono diverse vecchie glorie del cinema non sonoro, come Buster Keaton( ridotto a un apparizione dopo esser stato uno dei comici più apprezzati e celebrati degli anni '20, autore e attore del celeberrimo LA PALLA N. 13, ma anche di COME VINSI LA GUERRA, ACCIDENTI, CHE OSPITALITÀ e IL NAVIGATORE, capolavori della slapstyck comedy) e Eric von Stroheim ( nella realtà, anche se nel film è molto sottile la linea che separa la realtà dalla finzione, regista sottovalutato il cui genio non è stato mai compreso, un vero e proprio artista della macchina da presa, ambizioso e visionario,qui costretto a rivivere uno dei suoi fallimenti artistici più clamorosi, l'inizio del suo declino: Wilder gli fa infatti visionare in una scena alcuni frammenti del suo lavoro più sfortunato e travagliato, "Queen Kelly", sponsorizzato da Gloria Swanson stessa e iniziato a girare nel 1928, ma, purtroppo, mai concluso) , le due presenze più memorabili, mostranti alla perfezione la solitudine e la tristezza che si celano all'interno di una celebrità che non gode più dell'affetto del pubblico( tema che un altro mostro sacro come Chaplin utilizzerà per il suo LUCI DELLA RIBALTA, che pure si avvale della partecipazione di Keaton). Così personaggi del loro calibro quasi si autoumiliano nell' aver accettato di partecipare a questo film, illudendosi di un momento di gloria, e che invece, rappresentando le loro umili condizioni, generano quasi la compassione e la pietà della gente, in quanto Wilder fa uso della loro presenza in maniera sadica ( come ha già detto qualcun altro prima di me), per esaltare il realismo della storia e la cattiveria del mondo che lui stesso vive: mostrando la sua perfidia nei riguardi di queste vecchie icone( approfittando delle loro aspirazioni, delle loro illusioni per l'appunto) accentua il tema trattato in maniera ancora più efficace. L'unica medicina per queste persone può essere ( ribadisco) l'illusione, perché come dice uno dei personaggi di un film di Woody Allen( Ombre e nebbia):" L'uomo ha bisogno delle illusioni come dell'aria che respira". Negli anni seguenti vari registi trarranno ispirazione da Wilder per regalarci squarci satirici sul mondo hollywoodiano e sui rischi del divismo :ne sono due esempi lampanti Minelli con IL BRUTO E LA BELLA, ed Edwards con S.O.B., mentre la caratterizzazione di Norma Desmond verrà omaggiata ( in versione quasi parodistica) da Dianne Wiest nella pellicola PALLOTTOLE SU BROADWAY, sempre di Allen, e Wilder stesso riprenderà l'argomento del mondo del cinema per uno dei suoi ultimi film, FEDORA( che ne riprende perfino l'attore principale , William Holden). Ma VIALE DEL TRAMONTO resta e rimarrà insuperato: è il Cinema, in una delle sue principali raffigurazioni.
Oltre agli attori sopra citati, vanno tessute lodi per :William Holden,distaccato , cinico, e abile nell'attirare la simpatia e la complicità del pubblico ( qualità che spinse Wilder a scritturarlo in altre due occasioni, e che riusci' a mettere in risalto anche in altri preziosi film, come QUINTO POTERE, altra satira amara e corrosiva questa volta rappresentante il mondo della televisione) ; Nancy Olson, deliziosa e dal viso acqua e sapone, che con il suo comportamento dolce ma ironico, affettuoso ma critico, riesce a rapire il cuore dello spettatore; e Cecil B. De Mille, regista ecclettico ( nonchè maestro indiscusso di epopee western e kolossal storici, con cui ha contribuito a rendere note alcune attrici altrimenti sconosciute e destinate purtroppo a tornare nell'anonimato con l'avvento del sonoro , tra cui una certa G . Swanson... le coincidenze tra realtà e fantasia si inseguono in un vortice seducente e affascinante, coinvolgendo lo spettatore nella loro macabra danza) capace di assecondare alla perfezione l'ironia crudele richiesta dalla sequenza interpretata ( dimostrando cosi' eccellenti qualità di caratterista).
Recitazione ,narrazione( tutto il film è un enorme flashback raccontato da un cadavere che galleggia inerte in una piscina!),ambientazione( la villa, lugubre e decadente, rimanda per certi versi al castello di Xanadu di QUARTO POTERE),regia: tutto é all'ennesima potenza! Inoltre la sequenza finale è da antologia, tanto folle e angosciosa da strappare l'applauso!
Voto: 10.
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