Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Viale del Tramonto (1950), è il più grande film degli anni 50' e Billy Wilder è nella Top 10 dei migliori registi di sempre, punto e basta. Sono contro i dogmi calati dall'alto, ma innanzi ad un film del genere che vuoi dire? Potrei concludere già qui il commento, perché tanto un imbecille come il sottoscritto sarà sempre infinitamente piccolo, in confronto ad un film che resterà eternamente grande. Inoltre, siccome non studio cinema e non ho visto molti film, che potrei dire di originale su questo monumento a tutto ciò che rappresenta il cinema? Nulla, ma siccome un paio di studenti del Dams che ho conosciuto hanno detto che il film è sopravvalutato (o più semplicemente lo sono loro) e visto che in futuro vorrei pubblicare una playlist dei capolavori, ho deciso di rompere la promessa che non avrei parlato dei capolavori riconosciuti della storia del cinema e quindi, tanto vale scrivere umilmente qualcosa per mettere il link di collegamento accanto al titolo quando sarà il momento. Premetto che farò delle divagazioni su alcuni punti e spunti di riflessione, quindi se volete leggere una vera recensione del film, andate altrove dove gente più competente ha tanto da dire e vi sono numerosi libri su Wilder (vi consiglio il libro intervista di Crowe, non è Truffault con Hitchcock… ma è imprescindibile per capire il cinema Wilderiano e lo leggerò in toto, dopo che avrò visto altri 2-3 film del regista).
Su Viale del Tramonto c'è poco da spiegare; già dal titolo si capisce che ci si trova innanzi ad un film eccezionale che condensa tutto quello che è il cinema, nonché l'eterno ciclo vita-morte. Tutta la fabbrica Hollywoodiana a cosa è catalizzata? A narrare sogni, dispensare tocchi di magia e meno nobilmente a fare un mucchio di soldi. Per realizzare queste tre cose, gli studios si avvalgono di sceneggiatori (il protagonista del film è proprio uno sceneggiatore, Joe Gillis interpretato da William Holden), produttori, costumisti, montatori, scenografi e registi; tutti al servizio di un unico elemento che catalizzera' l'attenzione dello spettatore, la star. In effetti su tale figura, si concentra Wilder e l'impalcatura filmica di Viale del Tramonto e checché i critici dei Cahiers du Cinema, abbiano sminuito e svilito il ruolo dell'attore, il pubblico è sempre attratto da loro quando vuole vedere un film perché a tutti interessa chi si trova innanzi alla macchina da presa e non chi c'è dietro. Essere una star nulla ha a che fare con l'essere talentuosi, certo questo aiuta, ma la star è un fenomeno tipicamente americano per lo più visto che il sistema industriale-distributivo è il più forte. La sinergia star-industria sussiste finché questa riesce ad attirare pubblico e far fare soldi, altrimenti la sua fama andrà in declino mano a mano venendo sostituita da nuovi attori. La differenza tra una star e un attore grande però sussiste, quest'ultimo è la moda del momento oppure non verrà mai ricordato dopo decenni, la star invece al momento della morte esplode come una stella alla fine del suo ciclo vitale, per divenire una nana bianca, un punto iper luminoso che a poco a poco dovrebbe spegnersi e diventare una nana nera teoricamente, ma questo sino ad ora non è mai stato riscontrato empiricamente e per gli scienziati il tempo necessario ad una nana bianca per spegnersi, è superiore all'età dell'universo. In pratica la star si vede nel momento della morte… se a distanza di decenni ci ricordiamo ancora di loro, esse vivranno di generazione in generazione per sempre, sino a che il pianeta Terra esisterà. Non per forza quindi una star ha una funzione negativa, visto che è grazie a loro che ho scoperto molti registi o film (che altrimenti resterebbero per pochi eletti nelle scuole di cinema). Ad esempio Clint Eastwood mi ha fatto scoprire Sergio Leone, Ingrid Bergman mi ha fatto scoprire Hitchcock e Lumet e Billy Wilder l'ho scoperto grazie ad Audrey Hepburn (il mio primo approccio al regista fu con Sabrina). Concentrandoci su Viale del Tramonto, assistiamo al momento della decadenza di una star, Norma Desmond, vecchia gloria del cinema muto che ha fatto del suo villone di Sunset Boulevard un vero e proprio mausoleo alla sua memoria. Desmond è una ex-star che non s'è mai rassegnata nel vedere la propria luce eclissarsi in vita, e per questo siccome l'essere umano ha bisogno di illusioni, che gli sono necessarie per vivere, conduce un'esistenza dedita al culto di sé stessa, risultando prigioniera dei fantasmi del suo passato glorioso. Tra vecchi film che scorrono sullo schermo (Queen Kelly), partita a carte con vecchie glorie e lettere degli ammiratori (scritte in realtà dal suo maggiordomo-regista), l'unica realtà possibile è l'illusione di un eterno passato glorioso che si fa' ripetuto presente.
Quello che aiuta il film, è l'essere interpretato da attori che hanno subito questo triste destino; Gloria Swanson fu' veramente umiliata dal sistema Hollywoodiano che dopo il fallimento del film la regina Kelly, la dimentico' per decenni e ha subito sulla propria pelle il passaggio dall'essere tutto all'essere nulla. Gli occhi dell'attrice brillano di una lucentezza spettrale, che la proietta in un illusione, la quale oramai ha minato il suo equilibro mentale sino a condurla sempre più alla lucida follia.
Per Pirandello il folle è quello che vive nel fluire dell'esistenza, poiché ha capito il giuoco della vita; per Norma Desmond oramai la maschera è intimamente legata alla suo personaggio e la danza spettrale trasforma l'ex-attrice in un fantasma a tutti gli effetti, la cui uscita di scena è celebrata ironicamente dalla più grande illusione di tutte, i riflettori della macchina da presa.
La pellicola è un duro atto d'accusa al cinema capitalista Hollywoodiano fatto di ambiziosi arrivisti (Gillis), aspiranti attrici scartate per canoni estetici non conformi ai dettami dello studio-system e l'incapacità di leggere il presente da parte dei vecchi divi (“Io sono sempre grande, è il cinema ad essere diventato piccolo”… in pratica il divo preesiste al cinema ed è più importante della qualità dei film fatti). L'industria crea una star dal nulla, la vizia e la coccola in tutti i modi e costei ripaga gli studios con grandi incassi al botteghino e poi quando il pezzo si usura, c’è un nuovo esercito di riserva composto da nuove star (sto usando una terminologia marxista) e le vecchie glorie vengono scaricate senza pietà (in questo abbiamo colpa anche noi del pubblico, che appena vediamo mezza ruga o due capelli bianchi, subito li abbandoniamo e creiamo di conseguenza dei fantasmi). Norma Desmond rappresenta il culto ed il trionfo dell'immagine sulle parole, che a suo dire hanno distrutto il cinema rendendolo mediocre, poiché il pubblico presta attenzione a ciò che ascolta e non ai volti dei divi. Ulteriore punto a favore, sono i vari componenti del cast di contorno come il maggiordomo interpretato da Stroheim (anche lui emarginato dal sistema degli studios in quel momento) e i vari attori nella partita a carte (Buster Keaton è uno degli ospiti). Da segnalare anche il regista De Mille nel ruolo di sé stesso.
Sulla regia di Wilder nulla si può dire, la migliore della sua carriera; l'inizio leggendario con William Holden morto in piscina e l'inquadratura deformata da dentro la piscina, la polvere innanzi alla mdp per “simulare” un'idea di luogo “sepolcrale” nella villa di Norma Desmond, inserti da meta-cinema e la danza spettrale finale. Si alterna grottesco, noir, dramma sino al surrealismo onirico con la voice-over iniziale del cadavere in piscina… già lì lo spettatore entra nel mood dell'opera (fu il pubblico che alle anteprime rise per un inizio diverso con dei cadaveri che parlavano all'obitorio, a convincere Wilder a scegliere l'inizio attuale… per una volta il pubblico ebbe ragione). Regia perfetta, sceneggiatura illegale, fotografia sopraffina, inizio originale, finale agghiacciante e attori al massimo livello, sono gli ingredienti di questo capolavoro assoluto della storia del cinema ingiustamente sotto premiato all'epoca (perse a favore di Eva contro Eva), il tempo giustamente gli ha dato il giusto posto nella storia del cinema. Un film che poteva uscire solo e soltanto da un regista che lavorava ad Hollywood, nessun altra corrente cinematografica avrebbe potuto realizzare un film leggendario come Viale del Tramonto.
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