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Viale del tramonto

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Viale del tramonto

di chinaski
8 stelle

Billy Wilder mette in scena il declino di una star del cinema muto. Mostra, in realtà, l' altra faccia di Hollywood. Un mondo nel quale le stelle cadono improvvisamente. Dove il successo non è mai qualcosa che dura in eterno.
Le ombre che vediamo muoversi su uno schermo diventano tali anche nella realtà. C'è un certo gusto del macabro in questo film. Il narratore, infatti, è un cadavere. Wilder costruisce la sua struttura narrativa su un lungo flashback, raccontato da un morto.
Sunset Boulevard in alcuni momenti è un film di fantasmi. Ombre che vagano, per l' appunto. La casa di Norma Desmond è vuota e piena di ricordi. Lei stessa aleggia per le stanze come un' entità fluttuante, senza peso. Una donna che ha conosciuto la fama si ritrova da sola, in compagnia dei cimeli della sua vita.
Di grande malinconia è la scena della partita a carte. In quello che, Joe Gillis, definisce come un museo delle cere, ci sono attori decaduti di Hollywood. Gente che con l' arrivo del sonoro è caduta in disgrazia. Tra queste facce vitree e desolate c'è il volto bellissimo di Buster Keaton. Uno dei geni del cinema è stato completamente dimenticato. Rimane solo la desolazione di un vecchio che gioca a carte con altri vecchi.
Wilder intesse tutto il suo film su questa malinconia di fondo. La decadenza imprime fascino ed emozioni alla storia. Norma Desmond vive in un mondo fittizio, costrutio per lei dal proprio maggiordomo. Nella parte di quest' ultimo troviamo Von Stroheim, un altro grande che Hollywood aveva messo da parte.
Anche lui si aggira tra i lussuosi quanto impolverati fasti delle camere della villa di Norma. Si aggira in questi ambienti magniloquenti come quelli dei suoi set. Ma anche lui è poco più di un fantasma, un' entità senza tempo.
Quella di Wilder è quindi una critica feroce verso un mondo fatto di sole illusioni. Hollywood è questo. Un enorme mondo dorato che crea sogni. Per le persone comuni, per chi vuole ancora credere alle favole. Forse non c'è niente di male. Ma è giusto mostrare anche l' altra faccia della medaglia. Perchè per ogni star che saluta sorridendo, mentre esce dalla sua limuosine, ci sono decine di attori che sono rinchiusi in topaie, che i alcolizzano, che vagano nelle loro ville vuote come dentro a dei musei. Di cui loro sono il centro.
Hollywood è una macchina che non perdona. E' intrisa di capitale e di consumo. Gli attori sono sfruttati come cavalli vincenti. Quando invecchiano vengono semplicemente messi da parte.
La sequenza del ritorno di Norma nello studio 18 è molto commovente. Il suo incontro con De Mille, anche. Il regista non ha il cuore (e non in senso positivo) di dire all' attrice che non c'è spazio per lei. Le regala un tuffo nel passato. Un attrezzista le regala un fascio di luce che la illumina. Una stella sembra che sia tornata a brillare. Ma non è così. Come tutto, del resto, anche questa è un' illusione.
Norma Desmond, interpretata da Gloria Swanson, circuisce un giovane sceneggiatore, Joe Gillis (William Holden), e lo trasforma nel suo amante. Lo ricopre di soldi e vestiti. In parole povere, lo compra. Anche Joe Gillis non oppone resistenza. La situazione che ha intorno gli fa comondo. Diventa un mantenuto. La scrittura diventa un debole ricordo. Dal suo incontro con Betty (Nancy Olson) sembra rinascere l' amore e la voglia di scrivere. Ma anche questa è solo un' ennesima illusione. Joe deciderà, quindi, di ritornarsene a casa, nell' Ohio, ma non ne avrà il tempo. Rimarrà a galleggiare a pancia sotto in una piscina.
Strano che, forse, la migliore storia che questo scrittore riesca a raccontare, la racconti da morto.
La fine del film è cinica e spietata. Norma Desmond è ormai del tutto impazzita, incapace di scorgere la linea che divide la sua vita inventata dalla triste realtà dei fatti. Il maggiordomo e gli agenti di polizia costruiscono ad arte il finale della sua follia. Apenna Norma sente che ci sono le macchine da presa della televisione riprende vigore e inizia a scendere verso i giornalisti. Scende per una scala che dal piano in cui stava porta a quello dove si trovano i giornalisti. Von Stroheim ridiventa per un attimo quello che era stato, un regista. E lo stesso vale per Gloria Swanson, un' attrice. Il loro ultimo inganno è infine svelato, così come la tragica realtà di un mondo fatto di purissime illusioni, Hollywood.

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