Nella Berlino operaia degli anni Venti, mamma Krausens è una giornalaia che ha subaffittato una parte dell'appartamento; l'inquilino, che convive con una prostituta e la bambina di quest'ultima, finisce col sedurre la figlia della protagonista e a condurne il figlio sulla strada della malavita. Quando quest'ultimo finisce in prigione, mamma Krausens intraprende il suo ultimo viaggio, quello del titolo, insieme con la bimba, aprendo il rubinetto del gas. Un film "militante" controverso all'epoca; un melodramma sociale di notevole successo con alcune sequenze documentarie di notevole impatto girate nei quartieri operai e al seguito di una manifestazione.
Bell'esempio di "cinema proletario", girato ancora con la tecnica del muto e secondo uno stile che non può prescindere dall'eredità dell'espressionismo, anche se se ne distacca, guardando piuttosto alla lezione sovietica. Questo genere di cinema sa armonizzare denuncia sociale e melodramma, utilizzando materiali diversi (qui sembrano coesistere Dziga Vertov ed Ejzenstejn), come… leggi tutto
Bell'esempio di "cinema proletario", girato ancora con la tecnica del muto e secondo uno stile che non può prescindere dall'eredità dell'espressionismo, anche se se ne distacca, guardando piuttosto alla lezione sovietica. Questo genere di cinema sa armonizzare denuncia sociale e melodramma, utilizzando materiali diversi (qui sembrano coesistere Dziga Vertov ed Ejzenstejn), come…
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