Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
idea originale, ma il dialogo con le registrazioni finisce per annoiare. Ma la presenza di Kurylenko merita la visione.
Ma come si fa a parlar male di uno dei più geniali autori italiani? Non mi stupirei se i suoi denigratori sono degli entusiasti adoratori di Moretti, Bertolucci, e magari anche di Bellocchio. Mi dispiace per loro, sedicenti (e illusi) depositari dell'intelligenza, ma in realtà Tornatore è fatto della stessa pasta dei Fellini, Comencini, Monicelli, Scola e pochi altri. Purtroppo non posso competere con il culturismo linguistico di certi intellettuali, ma almeno i miei concetti, se pur terra-terra, sono chiari e non nascondono il nulla dentro una scatola arabescata. Ciò detto, La Corrispondenza non è il miglior film dell'autore di "Una pura formalità" e "migliore offerta";
però ha sempre l'impronta del grande autore nella rappresentazione di atmosfere, nel fascino delle immagini, nell'esaltazione della bellezza femminile nella sua possente fisicità come nella commovente espressività del viso fantastico della protagonista, la splendida Olga Kurylenco. Corretto ma prevedibile Irons, ma in fondo la sua è una figura di secondo piano. Il film ruota attorno alla giovane stuntman e studentessa amante di un celbre astrofisico che, prima di morire, le scrive una mole di messaggi che dovranno esserle recapitati in sequenza come se fosse vivo. Il senso del film è piuttosto criptico, forse Tornatore voleva instillare, con inquietante ambiguità nascosta da alcune melensaggini piuttosto artificiose, il sospetto che la tecnologia può modificare e stravolgere i sentimenti assieme al dolore. In fondo, tutta "la corrispondenza" del film è frutto di giochetti coi telefonini e laptop, tutta una simulazione come le scene truculente impersonate dalla protagonista quando lavora sul set. Comunque va visto.
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