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La corrispondenza

Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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La recensione su La corrispondenza

di mc 5
6 stelle

Così come a volte accade nella vita, può capitare che il giudizio su un'opera sia influenzato da fattori contingenti che col film in se' c'entrano poco. A me è capitato per questo nuovo lavoro di Tornatore. Ho visto il film credo nel giorno in cui arrivò nelle sale e dalla visione sono uscito ampiamente deluso. Il giorno seguente ho voluto vedere il nuovo film con Stallone e ne sono rimasto talmente schifato da regire decidendo di rivedere Tornatore per concedergli una chance, ma proprio a livello ideale, come reazione ad un film intollerabilmente retorico e brutto come "Creed". E devo dire che l'ho effettivamente rivalutato. Intendiamoci, il precedente Tornatore "La miglior offerta" mi aveva estasiato, lo avevo molto amato. Per cui qualche aspettativa la nutrivo, ma rispetto al titolo citato è oggettivo che "La corrispondenza" è un passo (e fors'anche due) indietro, Tuttavia resta il fatto che Tornatore contestualizzato in un panorama italiano deprimente è sempre una garanzia di buon gusto, di scelte originali e di coraggio. Diciamo che stavolta ha realizzato un prodotto un po' incerto, ondivago, imperfetto in quasi tutto. A partire da una sceneggiatura bislacca e largamente inverosimile. Ecco il punto. Alla base della storia c'è un confuso mix di thriller paranormale, metempsicosi, spiritualità, soprannaturale, il tutto in salsa tremendamente mélo. Mah. Se la si vede così, il giudizio è negativissimo. Eppure la regìa di Tornatore è talmente sapiente da evitare una deriva irritante e anzi, di presentare come presentabile ciò che in mano ad altri sarebbe naufragato. Insomma, il film è debole come progetto e come struttura ma Tornatore con la sua professionalità riesce a renderlo a tratti addirittura bello. In due parole è la vicenda di due amanti che si parlano uno dal di qua e l'altro dall'aldilà. E inevitabilmente mi è tornato alla mente un film magnifico (forse addirittura il mio film di culto più amato), quell' "Amabili resti" ("Lovely bones" firmato da Peter Jackson) che ho amato con tutto me stesso. Anche là c'erano due persone -là un padre e una figlia scomparsa- che si cercavano vivendo però in due diverse dimensioni. Ma qua è tutto completamente diverso, più banalmente inverosimile e siamo a livelli molto più modesti. In pratica, due persone (lui professorone di astrofisica, lei stunt woman per il cinema) che si amano di un amore definitvo e totalizzante, limitati solo dal poco tempo che possono dedicare a fuggevoli incontri. Succede una cosa. Lui scompare. Lei piomba nella confusione e nel tormento interiore. Tuttavia c'è un filo che li mantiene in contatto. E badate che lui non ho detto che è morto, ho detto "scomparso", poi che sia defunto o no lo verificherà chi vedrà il film. Anzi, è opportuno che mi fermi qua perchè mi accorgo di avere svelato anche troppo. Detta così parrebbe un thriller psicologico, ma è in realtà qualcosa di piuttosto diverso, anche perchè la fortissima passione che lega i due protagonisti vira troppo al mélo, rischiando di farne una love story a tratti esagerata nel "sentimentailzzare" la vicenda. Qui c'è un punto sul quale occorre mettersi d'accordo. Uno può anche imboccare nel giudizio l'accettazione della cossidetta "sospensione dell' incredulità" e in quel caso si accetta di tutto, anche le evoluzioni più improbabili. Altri invece (fra cui io stesso) sono assai perplessi di fronte a tanta sciagurata inverosimiglianza. Per esempio: la continua (incessante) pioggia di messaggi, regalini e comunicazioni varie che arrivano alla protagonista produce nello spettatore un rischio di umorismo involontario. Eppure...eppure...il film racchiude anche momenti molto intensi e se vogliamo pure emozionanti. In definitiva non è facile emettere una sentenza definitiva su questo film. Non è nè un Si nè un No, è decisamente un Ni. E aggiungo: una buona regìa, un eccellente Jeremy Irons qui al suo meglio (ricco di sfumature) e una brava Olga Kurylenko (non eccezionale ma molto coinvolta nel ruolo), purtroppo penalizzati da un copione talmente confusamente "soprannaturale" dall'essere difficilmente digeribile.

 
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