Regia di Patrick Creadon vedi scheda film
Difficile associare il concetto di “lavoro” a un’attività che nel nome contiene la parola “gioco”: eppure, sì, i professionisti del videogame, che si sfidano in tornei internazionali, in squadre sponsorizzate, con platee di decine di migliaia di spettatori, esistono. E per loro è un mestiere, come lo è per gli atleti di qualsiasi attività agonistica: il termine corretto, infatti, è eSports, ossia “sport elettronici”. Il documentario di Creadon conduce per mano lo spettatore dietro le quinte dei magniloquenti eventi di Intel Extreme Masters, tornei in cui si sfidano, secondo le regole dei MOBA (videogiochi strategici online) League of Legends e StarCraft II, le migliori squadre di ogni continente, con tanto di commentatori sportivi live. Michal Blicharz (“in arte” Carmac), manager degli IEM, funge da Cicerone durante le finali 2015 di Katowice in Polonia, raccontando della supremazia storica degli asiatici, degli intoppi tecnici delle arene (basta un problema di streaming per interrompere l’emozione di una partita), delle borse di studio nate per facilitare i giovani campioni che, talvolta, abbandonano la scuola per seguire sogni di gloria. Una realtà complessa, socialmente ed economicamente stratificata, che meriterebbe uno sguardo più incisivo e meno celebrativo dell’educato, seppure curioso, film di Creadon, che nelle nostre sale giunge abbinato alla proiezione di una sessione di eSports in diretta via satellite.
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