Regia di Richard Fleischer vedi scheda film
Uno scienziato d’oltrecortina, che custodisce una formula segreta ed è deciso a consegnarla alle potenze occidentali, rimane gravemente ferito in un attentato; per rimuovere un embolo al cervello, non operabile con i mezzi tradizionali, un sommergibile con a bordo quattro uomini e una donna viene miniaturizzato e inserito nel suo sistema arterioso. La trama spionistica è solo un MacGuffin per stupire il pubblico con effetti speciali che oggi fanno sorridere, ma conservano una certa efficacia naïf (perciò mi sembra più appropriato il titolo originale Fantastic voyage, che mette l’accento sul senso del meraviglioso). Il corpo umano diventa un mondo alieno, dove si incontrano globuli bianchi e anticorpi e dove la tensione viene continuamente rilanciata da incidenti ai quali porre riparo: fermando temporaneamente il battito cardiaco, facendo rifornimento di ossigeno nei polmoni, chiedendo silenzio assoluto nel laboratorio mentre si transita per l’orecchio. Oltretutto la missione deve essere completata nel giro di un’ora (e viene raccontata in tempo quasi reale), scaduta la quale gli effetti della miniaturizzazione cessano: il che aumenta la suspense. In teoria ci sarebbe anche da scoprire chi è il sabotatore infiltrato; ma Donald Pleasence, che con quella faccia è già il principale sospettato, fa di tutto per farsi notare.
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