Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Un musicista amatoriale ha scritto innumerevoli canzoni, ma nessun editore gli risponde. Un giorno capita per caso nel suo paesino il divo Dino, sciupafemmine e di fama nazionale: lo costringe con un sotterfugio ad ascoltare i suoi pezzi, mentre per ingraziarlo gli mette a disposizione la moglie. Che è però una prostituta.
Le commedie di Wilder sono veri e propri meccanismi a orologeria, precisissimi e complicati nonostante la semplicità di facciata, dotati di straordinario ritmo e della giusta dose di colpi di scena; questa è una delle sue opere più note e non c'è dubbio che sia anche fra le più riuscite. Tratta da una commedia dell’italiana Anna Bonacci, L’ora della fantasia (già messa su pellicola da Mario Camerini nel 1952 con Moglie per una notte) , ma trasportata negli Stati Uniti dei primi anni '60 dalla sceneggiatura di Billy Wilder e I.A.L. Diamond, Baciami stupido si contraddistingue anche per l'ottimo cast: Dean Martin, Ray Walston, Kim Novak, Cliff Osmond e Felicia Farr sono tutti impeccabili e c'è un'aria di complicità divertita nella recitazione. Come spesso accade nei lavori del regista, tutta la storia si basa sul contrasto fra valori morali e bassezze materiali, fra ciò che si vorrebbe (o si finge di) essere e ciò che realmente si è: accostare il marito geloso, la moglie affascinante e il divo playboy parrebbe come mettere insieme il lupo, la capra e i cavoli dell'indovinello popolare; il film riesce in qualche modo – al netto di un finale un po’ sbrigativo e non molto riuscito dal punto di vista prettamente logico – a trasportare tutti sani e salvi alla fine dell'avventura, insegnando ai protagonisti qualcosa, come piace tanto fare ai film americani. Equivoci e scambi di persona come piovessero: ingranaggi oliatissimi e due ore che trascorrono volando. 7/10.
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