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Baciami, stupido

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Baciami, stupido

di obyone
8 stelle

Felicia Farr, Ray Walston

Baciami, stupido (1964): Felicia Farr, Ray Walston

 

Barcamenarsi tra le opprimenti regole del Codice Hays è stata un'arte ben più complessa da riprodurre di quella cinematografica. Per oltre un trentennio sceneggiatori, registi e produttori fecero i salti mortali per non abdicare totalmente alla vanità di un codice moraleggiante e censorio che compromise la piena espressività degli artisti e causò problemi nella distribuzione di pellicole che oltrepassavano la linea di demarcazione tra ciò che era considerato immorale e ciò che era ritenuto edificante.

"Baciami, stupido" di Billy Wilder, benché realizzato negli ultimi anni di vita del Production Code, quando il codice deontologico autoimposto dalla stessa Hollywood stava mostrando gli inevitabili segni di cedimento, mostra chiaramente i segni di un'epoca in cui il compromesso sembrava l'unica arma per farsi strada nel puritanesimo dell'industria cinematografica.

 

Dean Martin, Felicia Farr

Baciami, stupido (1964): Dean Martin, Felicia Farr

 

La trama ci racconta di un musicista squattrinato, Orville Spooner, che ospita un illustre cantante italiano rimasto appiedato in una minuscola cittadina dimenticata da Dio. L'uomo cerca di approfittare dell'occasione per piazzare all'artista alcune sue canzoni e trarre profitto da un talento ancora inespresso. Geloso della bellezza della moglie Zelda e conscio della fama da sciupafemmine del cantante, Orville preferisce allontanare la bella consorte da casa, con lo stratagemma di una scenata, e chiamare una "professionista" per recitare la parte della moglie devota, tanto devota da concedere le proprie grazie al depravato damerino per aiutare il "marito di una notte" a vendere la propria musica e intascarne i lauti guadagni.

 

Ray Walston, Kim Novak

Baciami, stupido (1964): Ray Walston, Kim Novak

 

Wilder abbraccia i toni famigliari e congeniali della commedia, a volte caustici e paradossali e, nonostante debba cedere alla morale del Production Code, riesce ad incidere l'epidermide affondando il bisturi nelle profondità dell'ipocrisia hollywoodiana e dalla società americana. Un colpo al cerchio e un colpo alla botte, che Wilder alterna per difendere la propria autonomia espressiva, consente al regista di trattare argomenti tabù come le relazioni extraconiugali e la prostituzione. Da una parte "Polly la bomba" pronuncia un discorso moraleggiante che invita Zelda a non lasciarsi scappare il pur geloso ma bravo ragazzo che si ritrova per le mani, perché in fondo "una donna non è niente senza un marito", dall'altra la stessa bionda e sinuosa cameriera taglia la corda con l'auto guadagnata nella serata di "moglie alternativa", libera da legami affettivi, come un uccellino scappato dalla gabbia. Benché Wilder non possa indulgere sulle audaci effusioni extraconiugali vissute nel caravan di Polly e la mdp si trovi sbarrata la via che conduce alla stanza da letto degli Spooner, l'attrazione sessuale tra Orville e Polly e tra Zelda e Dino è tanto palese quanto fondamentale nell'economia della vicenda. L'amore coniguale è sacro, vera o finta che sia la moglie da spogliare dell'abito purificante della legalità civile; vero è che la coppia si ricompone davanti ad uno schermo che sancisce in maniera pleonastica la vacuità e la superficialità del mondo dello spettacolo; eppur tuttavia non vi è rimorso alcuno, addirittura un pizzico di naturalezza, a ben vedere, nella consumazione di un atto clandestino tra le lenzuola del talamo nuziale o della casa del piacere. Le donne di questo film si rigirano gli uomini come calzini ben coscienti delle armi a disposizione lasciando ben pochi margini di azione a maschi pasticcioni obnubilati dalla gelosia e dalla lussuria. Astuzia ed intelligenza conducono Zelda verso una dolce e appagante vendetta nei confronti del dissennato marito e verso l'obiettivo mancato da Orville. Non certo il più elevato dei sentimenti. M se deve esserci riconciliazione e ritorno al focolare domestico che almeno la donna possa levarsi qualche sassolino dalla scarpa.

Se il sesso era un tabù difficile da trattare agli inizi degli anni '60 non ne parliamo della prostituzione. Come i sacerdoti del tempio bruciavano l'incenso per nascondere le proprie azioni alla vista di Jahvè così Wilder, anziché purificare la materia, getta fumo negli occhi della censura raccontando l'opposto di quanto lascia intendere. Polly non riceve il compenso da Orville e Zelda cede il proprio lauto guadagno alla ragazza. L'onore delle due donne è salvo ma l'atto sessuale consumato rimane il frutto di una preventiva contrattazione e di un piacere licenzioso e incoffessabile che ha un preciso significato per entrambe le protagoniste. Una notte di ordinaria normalità per Polly, una notte di straordinaria libertà e di potere per Zelda. Billy Wilder è sempre una garanzia con il suo occhio europeo castigatore dei costumi americani. In "Kiss me stupid", con il suo impianto teatrale, è un siparietto malizioso sul matrimonio e sulla società, coadiuvato da un quartetto di attori in grande forma. Dean Martin nel ruolo di Dino ammicca al proprio ruolo di celebrità con spavalda ironia mentre Kim Novak, con il fare da gatta morta e da ragazza immacolata, muove le anche fasciate dalla gonna aderente lasciando imbambolati: una "caramella" esplosiva che qualunque stupido vorrebbe scartare.

 

TV2000

 

Kim Novak, Dean Martin

Baciami, stupido (1964): Kim Novak, Dean Martin

 

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