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Janara

Regia di Roberto Bontà Polito vedi scheda film

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La recensione su Janara

di mck
5 stelle

Cose che non si sannio.

 

 

Prosegue con inoculata (nel senso di non oculata) e dinoccolata (nel senso di alla cazzo di cane) lentezza la mia discesa ardita nell’italhorror (♦) grazie all’opera prima nel lungometraggio, dopo il corto “la Frontiera”, di Roberto Bontà Polito (il quale, nei titoli di testa, non scrive “un film di”, ma “regìa di”, e quando ciò accade vale sempre la pena segnalarlo), scritta da Brando Currarini e Alessandro Riccardi partendo da un soggetto (basato s’una leggenda del folklore sannita, che in un arco temporale compreso fra il XV e il XVII secolo divenne storia e s’inverò nella persecuzione ecclesiastica perpetrata contro donne messe al rogo perché definite streghe, scusante per intrattenere e calmare il popolo come con i cristiani dati in pasto ai leoni nel Colosseo, quando in realtà erano solo proto-femministe, adultere, sofferenti di disturbi mentali o più semplicemente “A quella là gliela faccio pagare!”) del regista e di Fabrizio Nardi (sì, questa pagina sarà la fiera del "Echicazzè?", ma tant’è, mica mal’è). Il film tiene per una buon’ora - ed è già un qualcosa -, per poi collassare e svaccare in una incontenibile marea di sciatterie, facilonerie e scappatoierie che, a quel punto, non ci si aspettava più potessero sputtanare il lavoro fin lì svolto che andava assestandosi tra il sufficiente e il discreto: ma, proprio a quel punto giunti, ecco che oramai mancano solo 20 minuti alla fine, alla quale si arriva con abbrivio in surplace per inerzia. Ciliegina sulla torta: un contro-finale fra i più inutili e superflui, imbarazzanti e ridicoli, dannosi e nocivi, mal scritti, diretti e interpretati di quasi sempre, giammai e ma che davvero.

In quella prima (ed unica) ora, anche il cast - che contribuisce a renderla tale, ovvero, come ho già evidenziato ed ora vado a ribadire, gradevole - si distingue per bravura: Laura Sinceri (filone Alba Rohrwacher, anche per la tipologia di voce, tono e inflessione), Alessandro D’Ambrosi, Gianni Capaldi (per aspetto, una via di mezzo fra Paddy Considine e il fratello bello, bravo, simpatico e intelligente di Francesco Gabbani), Noemi Giangrande e Rosaria De Cicco (già con Ozpetek, Capuano, Sorrentino).

Fotografia: Roberto Lucarelli. Montaggio: Andrea Santoro. Produzione: Vargo (Alessandro Riccardi e GianLuca Varriale).
San Lupo (BN) e Guardia SanFraMondi (BN) interpretano San Lupo (BN), col beneplacito e l'attiva e fattiva collaborazione del sindaco di San Lupo (BN) e in culo a chi piange lamentosamente strappandosi le lacere e luride vesti e sguaiatamente frigna - come con “To Rome with Love”, ad esempio - “Ma che figura ci fanno gli italianihhh!!1!1!!”.
La cosa migliore del film scorre sui titoli di coda ed è la canzone “È ‘na Janara”, scritta con le note di Sandro Di Stefano (che ha musicato più che decentemente l’intero film) e le parole di Eugenio Bennato, e cantata da Bennato stesso con Petra Montecorvino.

 

 

Vi sono pure - sempre in quella prima ora - un paio di jump-scare azzeccati nel mucchio di tentativi reiterati sì, ma non sino allo spasimo.

Dopo una prima distribuzione circondariale a Benevento e dintorni il film al tempo (2015) approdò nelle sale di Avellino, Frosinone e Napoli, ed ora, grazie ad Amazon Prime Video, potrà sfondare Linea Gustav e Linea Gotica, giungendo sino a, chessò, Busto Garolfo e Los Angeles.
Sui sabba delle strighe attorno ai noci beneventani, o giù di lì, per l'occasione si vorrebbe rimandare, pescando tra il cinema recente, a - e va beh... - “the Vvitch: a New England FolkTale” di Robert Eggers, a Sangue del Mio Sangue di Marco Bellocchio, ad “Hagazussa” di Lukas Feigelfeld e, perché no, a “the Little Hours” di Jeff Baena.

Primi 60’: **¾ (5.5)
Ultimi 20’: **¼ (4.5)
Totale [ricavato dalla media fra la media matematica (5.25) e la media ponderata (4.75)]: **½ - 5.

 

(♦) 

- “Go Home - A Casa Loro”, 2018, Luna Galuano: * * * ½ (¾) - 7.125
- “The Nest (il Nido)”, 2019, Roberto De Feo: * * ¾ (***) - 5.625
- “Oltre il Guado”, 2013, Lorenzo Bianchini: * * ¾ (***) - 5.625
- “The End? L'Inferno Fuori (In un Giorno la Fine)”, 2017, Daniele Misischia: * * ¾ - 5.5

- “Janara”, 2014, Roberto Bontà Polito: **½ - 5

- “H2Odio”, 2006, Alex Infascelli: **¼ - **½ - 4.75    

 

Sull'argomento, imprescindibile è il saggio divulgativo "La Caccia alla Streghe in Europa agli Inizi dell'Età Moderna" (1ª ed. 1987, 4ª ed. 2016) del texano Brian P. Levack (pubblicato in Italia dai tipi di Laterza con la traduzione di A. Rossatti e S. Liberatore, aggiornato all'ultima edizione).    

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