Regia di Rafa Martínez vedi scheda film
Una sorpresa di compleanno riuscita ma in senso tragico, malgrado le buone intenzioni. Thriller iberico che si muove in un contesto collaudato di slasher modicamente estremo. Intuibile nello sviluppo e immaginabile nell'esito.
Impiegata presso un'agenzia immobiliare, Alicia (Ingrid García Jonsson) decide di fare una sorpresa di compleanno a Bruno (Bruno Sevilla), il suo ragazzo. Sceglie di creare un ambiente intimo, in un'ala di un fabbricato al centro di una speculazione edilizia, abitato da vecchi e disabili che, misteriosamente, vengono trovati morti. Infatti, proprio la sera del festeggiamento, mentre fuori infuria un temporale minaccioso, la coppia è testimone di un delitto: tre sicari eliminano l'unico anziano residente. Entrati nel mirino degli assassini, e impossibilitati a scappare perché ogni via di fuga è stata sigillata, Alicia e Bruno riescono fortunatamente ad avere la meglio. Ma solo apparentemente. Infatti, in breve, arriva un quarto assassino, armato d'ascia, che non esita ad uccidere l'unico killer dei tre sopravvissuti, per poi farne sparire il corpo con acido corrosivo e mettersi sulle tracce della coppia.
Di nuovo in atto la Filmax, casa spagnola che detiene il monopolio delle produzioni horror iberiche. Di nuovo un regista esordiente (anche sceneggiatore in triplice firma), tale Rafa Martínez. Ancora un budget di medio livello, in grado di garantire spettacolari punti macchina (dall'alto e spesso con gru in elevazione). Una bella fotografia, con predominanza di tonalità giallo e arancione, contribuisce a dare un ottimo contributo all'aspetto estetico del girato. Ma, come spesso succede nei film spagnoli del nuovo millennio, la sceneggiatura è decisamente limitata, circoscritta al solito contesto con due personaggi prigionieri in un palazzo. Quasi tutto girato in interni, anche Sweet home vede le azioni di una ragazza (artefice della sorpresa -decisamente riuscita- di compleanno) causa principale delle sfighe cui andrà incontro il fidanzato (analoga, ad esempio, la situazione in Arbor demon). Fatta questa semplice constatazione (che sarebbe interessante approfondire) del film rimane un'ora abbondante di situazioni prevedibili e per nulla avvincenti. L'arrivo dello sgraziato e spietato eliminatore rianima un po' il ritmo, dando un filo di respiro agli ultimi venti minuti. Che restano però poca cosa nel complesso.
Non è certo in discussione la professionalità del cast tecnico perché, come già scritto, Sweet home è molto ben confezionato. Ma non aggiunge nulla di nuovo, né qualcosa di meglio, al più banale e pronosticabile sviluppo di un monotono slasher. La versione visionata, oltretutto, propone i dialoghi metà in spagnolo e metà in inglese, rendendo decisamente fastidioso l'effetto del doppiaggio.
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