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Via Montenapoleone

Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Via Montenapoleone

di hallorann
8 stelle

Se si vuole uno spaccato attendibile degli anni ottanta italiani, del craxismo sotterraneo, della borghesia meneghina stile Milano da bere, VIA MONTENAPOLEONE ne è un degno trattato sociologico. Un’istantanea molto ben riuscita, probabilmente il miglior film (persino dei più celebrati e decerebrati SAPORE DI MARE e VACANZE DI NATALE) dei Fratelli Vanzina. I protagonisti della Milano della moda e del successo sono una fotografa e un pubblicitario dirimpettai e amici: cambiano spesso partner e sono fieri della loro indipendenza libertina; c’è il playboy senza scrupoli che filma e mette i voti alle sue conquiste; un attempato viveur padre irresponsabile della fotografa; le donne in carriera annoiate e quelle petulanti; il giornalista di Ciak prima riservato gay poi dichiarato pubblicamente; il figlio di papà che decide di sposarsi alla grande…

Ogni tipologia descritta rappresenta un quadro ben preciso degli ambienti e delle situazioni del decennio loro prediletto. Allo stesso modo la fotografia patinata è in perfetta sintonia con l’estetica di quel decennio. Evitando espliciti cenni alla politica e alle ideologie, i Vanzina, compiono un miracolo di sintesi del tempo sottraendosi a cadute nella volgarità e nei personaggi macchietta. Si può azzardare che non ridendo riescono ugualmente a castigare i costumi e a farne ampio e documentato sfoggio di quelli da scena (in testa pellicce e montoni di pelle).

 

VIA MONTENAPOLEONE, negli intenti dei brothers, apparteneva al lato serio del loro cinema. E’ vero ma in realtà oltre a tornare volentieri nella commedia non si sono più ripetuti così bene. Il film scritto con la commediografa Jaja Fiastri si apre e si chiude con Peter Van Wood che canta la simpatica canzonetta della via milanese citata nel titolo. Il cast piuttosto eterogeneo funziona: le due modelle Renee Simonsen e Carol Alt sono dignitose e tipicamente eighties; Marisa Berenson e Corinne Clery, madre apprensiva e amica svezza figli; Luca Barbareschi, promessa mancata del cinema italiano (e di qualsiasi altra cosa), è Guido il gay sdoganato ed emancipato; Valentina Cortese e il suo birignao; il simpatico cantautore e fumettista Gianfranco Manfredi; Johan Bramberg e Lorenzo Lena due bei manichini-stoccafissi; Fabrizio Bentivoglio e Paolo Rossi sono bravissimi nell’interpretare due personaggi che incarnano degli archetipi del periodo: l’uno yuppie cinico galante e bugiardo, l’altro fighetto insopportabile - yuppie in erba e futuro socialista rampante. In ruoli minori si segnalano Renato Scarpa, Valeria Cavalli e Clara Colosimo. In un cameo appare Andrea G. Pinketts.

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