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Il santone

Regia di Satyajit Ray vedi scheda film

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La recensione su Il santone

di alan smithee
6 stelle

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 - RETROSPETTIVA SATYAJIT RAY

Uno stimato avvocato vedovo si trova in viaggio in treno con la figlia, quando si imbatte, nel medesimo scompartimento, in un eccentrico e loquace personaggio che si presenta al pubblico come un santone senza età, che in quanto tale ha potuto condividere esperienze di vita con personaggi illustri del remoto passato storico, da Platone e Gesu Cristo, passando per Buddha per arrivare ad Einstein.

Approfittando della crisi esistenziale che il vedovo sta  vivendo, l'abile e astuto affabulatore riesce in qualche modo ad irretire l'uomo, che trova in lui una speranza per ricevere risposte fondamentali ai suoi dubbi esistenziali.

Intanto la figlia, che resta molto scettica riguardo ai millantati poteri del santone, utilizza l'occasione per fingersi adepta dello spregiudicato truffatore, per ingannare il suo fidanzato, che la aspetta in stazione, come per schernirsi di lui a seguito di un piccolo screzio che si è creato nella coppia.

Preoccupato di vedere la fidanzata così presa da quel subdolo incantatore di folle, il ragazzo a sua volta di rivolgerà ad un suo saggio e maturo conoscente, Nibaran, che escogiterà uno stratagemma più astuto del vile predicatore, in grado di smascherarlo platealmente, gettando finalmente discredito su di lui, e ponendo le basi affinché la coppia di giovani fidanzati torni unita e rinsaldata più che mai.

Tratto da un breve racconto intitolato Birinchibaba di Rajshekhar Basu, ne Il Santone, Satyajit Ray analizza con sarcasmo ed ironia il potere soggiogatore ed ammaliante che una personalità spregiudicata e senza scrupoli può esercitare ai danni della credulità di una folla resa più vulnerabile dalla povertà dilagante in un Bengala dei primi anni '60.

Pur non trattandosi di uno dei film memorabili del grande autore indiano, Il santone ha momenti godibili che fanno dimenticare una certa discontinuità della trama, che si sbilancia un po' troppo tra un personaggio e l'altro, rendendo spesso difficoltoso riprendere il filo della narrazione.

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