Regia di Antonello De Leo, Pietro Loprieno vedi scheda film
La cosa più sorprendente della commedia italiana dei nostri giorni è la capacità di alzare costantemente il livello dell’infinitamente brutto in una sadica gara a ridefinirne modalità e parametri. Dopo Ameluk, il cinema pugliese si macchia ancora di un’opera micidiale, tutta folklore da quattro soldi e stasi creativa. Qui siamo tra il road movie demenziale e la commedia degli equivoci: la vicenda ruota intorno a Luca, adulto naïf con moglie insoddisfatta, che accidentalmente fornica con il suo migliore amico (perché era irriconoscibile, vestito da Darth Vader), ai suoi amici inetti, con cui suona nelle Frise ignoranti, e al padre degenerato Mimmo (Pannofino in un ruolo suicida). Quest’ultimo è malato di tumore e scompare nel nulla, così la band affitta un furgone (il Pappa Pig, usualmente utilizzato per cucinare bombette) e si mette sulle sue tracce. Se il titolo funge da buon monito sulle intenzioni e sui toni del film, basta la prima seguenza a confermare in che guaio si sia cacciato lo spettatore: un uomo grasso, vagamente somigliante a Zach Galifianakis, esce da una pizza causando l’infarto al suocero di Luca, mentre Mimmo gli ruba 200 euro per giocarseli a poker. Da allora è una continua discesa tra gag stanchi, noiosi e ridondanti, anziane sboccate, metafore sessuali. E un Lino Banfi gettato nella mischia che finisce per fare tenerezza. Dimenticavo: il film ha ricevuto dei finanziamenti in quanto riconosciuto d’interesse culturale.
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