Regia di John Schlesinger vedi scheda film
Schlesinger depone per un attimo la grinta di giovane arrabbiato, per tuffarsi nell'Inghilterra del XIX secolo, tra le colline percorse da greggi di pecore, dove si contempla la storia d'amore ai tempi del colera (si fa per dire) tra l'ereditiera di una modesta fattoria Betsabea Everdene e il vigoroso ed onesto fattore Gabriel Oak, forte come un toro e saldo come una quercia (nomina sunt omina), nei confronti delle tempeste che costellano la sua vita. Prima del coronamento, la bella bisbetica domata si sposa con un soldato fanfarone che vede in lei soltanto un buon partito e si promette ad un elegante proprietario terriero che l'aspetterebbe in eterno. Il regista è uno dei migliori che la Perfida Albione abbia mai prodotto e si vede, ma qui ha saputo giovarsi di una schiera di ottimi caratteristi e di quattro protagonisti, tutti nel loro momento di maggior grazia: da una Julie Christie quanto mai bella ed espressiva ad un sempre soffertissimo Peter Finch, dal bello e dannato Terence Stamp al solido, gioviale, professionalissimo, compiantissimo Alan Bates, una sorta di versione seria e problematica dell'Albert Finney di "Tom Jones", nonché, definitivamente, uno dei miei attori preferiti di ogni tempo.
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