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Bombay Velvet

Regia di Anurag Kashyap vedi scheda film

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La recensione su Bombay Velvet

di alan smithee
6 stelle

68° FESTIVAL DI LOCARNO - PIAZZA GRANDE

BOMBAY VELVET: India che copia pedissequamente Hollywood, ma con una certa classe e pertinenza.

Un "Robert De Niro" indiano (la somiglianza è straordinaria, le espressioni sono quelle del mitico Bob, la forza del film sta soprattutto in questa circostanza) ci porta nella Bombay degli anni '70, concentrandosi sulle gesta e sullì'ascesa irresistibile e costellata di sangue di un estroso e furbissimo, dinamico uomo d'affari che si crea dal nulla con la propria astuzia e diviene dapprima proprietario di alcuni jazz club e discobar, fra cui il celebre Bombay Velvet del titolo, e poi un immobiliarista al centro di una spregiudicata speculazione edilizia mirante a far divenire l'antica città indiana, una metropoli avveniristica alla Las Vegas.

Il giovane regista indiano Anurag Kashyap ci trasporta nel mondo dei classici indimenticabili americani, diretti dai più famosi e geniali registi (italo)americani (o anche solo italiani, vedasi Sergio Leone) dai Settanta in avanti. Oltre a C'era una volta in america di Leone, intravediamo molto cinema scorsesiano, scene da Il padrino parte II, il De Palma di Scarface e altro ancora, in una storia lunghissima (troppo lunga in effetti) tutta canzoncine, amori e sparatorie a non finire.

Kashyap cita senza stancarsi, ma lo fa con correttezza, pertinenza, rispetto, opportunamente e con grande tecnica cinefila. Il film fracassone non si può dire brutto, forse sfavillante e stupefacente come una montagna russa che strabilia, ma non finisce mai di riportarti a casa dopo le giravolte spericolate in cui ti ha lanciato. La bella di turno non è nemmeno così bella, non almeno quanto ci hanno abituato certe stupende femmine indiane delle produzione made in Bollywood; ma il protagonista, il nuovo De Niro, è davvero stupefacente e vale da solo il prezzo del biglietto per questo sfavillante luna park della rivisitazione.

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