Regia di Gianfranco Rosi vedi scheda film
Sarò sincero: è stato proposto ed inserito nel lettore da altri perché io , già all'epoca della sua uscita, che tanto clamore aveva suscitato tra Italia, la vittoria di Berlino, le parole di elogio da parte di attori e star internazionali, oscar e quant'altro, io, dicevo, mi ero volutamente allontanato. Avevo quella strana sensazione che non mostrasse/raccontasse nulla di più di quello che i tg del nostro paese mostrano da oltre un decennio. Non volevo essere cattivo con un documentario che tratta un problema serio, disperato, enorme, che stiamo vivendo tutti. Avevo ragione! Infatti il docu-film è di una noia terribile e la quotidianità degli isolani mostra un tempo fermo e morto che suscita noia e nient'altro. Capisco il cancello - Lampedusa - verso l'Europa che non importa a nessuno, abbandonato. L' occhio pigro del mondo verso un problema devastante come l'immigrazione. Ma tutto è reso distaccato e freddo. Rosi mostra il nulla, non il problema. È stato più di un anno sull'isola e non capisco davvero cosa abbia ripreso! Ci sono momenti duri, veri pugni nello stomaco come il dottore che parla/riflette sul suo lavoro e su quello che ogni giorno vive ... ecco, straordinario momento che inspiegabilmente dura poco. Più lunga la sequenza del dodicenne a tavola che succhia gli spaghetti facendo rumore e ingoiandoli interi. Qualcuno mi spieghi la metafora di tutto ciò.
Sufficienza regalata.
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