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Loro chi?

Regia di Fabio Bonifacci, Francesco Miccichè vedi scheda film

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La recensione su Loro chi?

di mc 5
8 stelle

Il cinema italiano pare essere ondivago. O variegato? Boh. Io so solo che ultimamente ho visto stupidaggini totali come "Belli di papà" (ancorchè pretenziosetto, ma vanamente, caro il mio Guido Chiesa) ma anche gioielli come "Alaska" e "Gli ultimi saranno ultimi". Se ne potrebbe dedurre che la qualità premia chi tenta (perlomeno "tenta") di imboccare strade diverse dalla commedia sfiancante coi soliti faccioni tipo Littizzetto in copertina. In realtà "Loro chi" pur non essendo di certo pellicola drammatica, non si può nemmeno catalogarlo tra le commedie. Diciamo che Francesco Miccichè e Fabio Bonifacci (regìa a quattro mani) hanno avuto il coraggio di avventurarsi esplorando sentieri decisamente originali e inediti per il nostro cinema. E peraltro la cosa è degna di nota (positiva) tanto più che il Bonifacci, bravo quanto si vuole rimane però un pilastro della commedia italiana di quelle "finto progressiste", di quelle che collocano Bisio & Littizzetto in luogo di Boldi & De Sica (cambia poco se non ci sono idee, magari un pelino di volgarità in meno ma poca cosa). E invece qua siamo di fronte proprio ad una tattica creativa diversa. Sicuramente molto più dignitosa, ma anche più intelligente e se vogliamo anche più simpatica. Anche se devo dire che il popolo bue per ora non pare apprezzare questi winds of change (Alaska flop totale, "Gli ultimi" incassi deludenti, e per contro l'inutile Bellidipapà un successone). Evabbè, io spero comunque che registi sceneggiatori (e produttori che sono poi quelli che -sganciando il grano- sono al solito i più ritrosi) mostrino sempre più coraggio. E che dio ci salvi dal prossimo Zalone, super idolo del suddetto popolo bue. Giallini e Leo grandissimi, danno vita a due personaggi di truffatori che lo stesso Bonifacci (anche co-sceneggiatore) ha delineato con intelligenza e grande acume, due facce toste che inducono al sorriso e al disincanto il pubblico, senza metter mano a repertori ridanciani di scarso gusto. Anzi, a mio avviso il film possiede un suo stile elegante e rigoroso che gli permette di portare a casa un buon risultato. Due sembrano essere i vaghi modelli di riferimento. Uno è il piccolo "caso" di "Smetto quando voglio" ma io ritengo che questo "Loro chi" sia molto meglio (meno fighetto-furbetto e finalmente non romanocentrico). Altro richiamo (e qui sono d'accordissimo) è quello che in USA è quasi un genere (molto valido peraltro), quello dei film sugli imbroglioni ("I signori della truffa", tipo). I due trafficoni protagonisti sono scritti in modo azzeccatissimo e recitati alla perfezione da due interpreti di talento. Edoardo Leo è bravino e aderisce brillantemente al ruolo. Marco Giallini è -as usual- un trionfo di agilità ed efficacia (è nato per fare l'attore, si muove con uno spirito easy e senza mostrare un solo attimo di incertezza)...e poi quella sua faccia "navigata" (un po' alla Harry Dean Stanton) è totalmente impagabile. La storia accumula una serie di piccole truffe che conquistano con simpatia (a tratti surreale) lo spettatore, stimolandolo attraverso un meccanismo che si fa a tratti intricato, nutrendosi di qualche colpo di scena. Segnalazione per il sempre ottimo Ivano Marescotti, istrionesco al punto giusto. E una nota per un caratterista straordinario quanto ingiustamente ignorato dall'attenzione del pubblico, Vincenzo Paci nel ruolo dell assistente rimbambito di Marescotti. Poi le musiche, tutte portatrici di qualità e buon gusto, con una speciale tendenza per il rock'n'roll tradizionale (e la cosa non ci stupisce affatto dato che è ci è nota la doppia passione personale di Giallini per le moto e il rock su vinile). Un film non eccezionale ma piacevolissimo. E poi -e qui il cerchio iniziale si chiude- l'importante è che qualcuno sopravviva a voler dimostrare che i cinepanettoni non hanno più alcun senso (che esibiscano sui manifesti le faccione di Boldi o la Littizzetto, Enzo Salvi o Lillo&Greg, cambia poco).

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