Regia di Fabio Bonifacci, Francesco Miccichè vedi scheda film
Inizia lento, tanto da sembrare a corto di idee, poi cresce e ti porta da A a Z in men che non si dica, mentre pensavi si sarebbe fermato a B. Chicca finale, con interpretazione aperta rimessa allo spettatore. Notevole prova di commistione tra generi che, senza chissà quali effetti speciali, coinvolge e intrattiene a dovere. Cast 10 e lode!
Parte in sordina, Loro chi?, tanto da sembrare perfino fiacco. Piano piano, però cresce. All'inizio pensi di trovarti davanti a una commedia un po' traballante, con protagonisti non proprio in grande spolvero. Qui arriva il bello, in un crescendo rossiniano di colpi di scena, rivolgimenti e capovolgimenti che fanno il verso ai classici del genere (truffa/rapina) in modo perfino insospettato, viste e considerate le routine del cinema nostrano.
Non soltanto la trama, ma anche le prestazioni attoriali sembrano evolvere in un climax ascendente: entrambi i protagonisti passano da una interpretazione sottotono a un apice finale, passando attraverso vari ruoli nel ruolo principale. Perfino Giallini, che qua e là accusa una innata tendenza a gigioneggiare, sembra perfettamente a proprio agio, senza incedere una virgola più del necessario nel personaggio.
Si intravvede perfino metacinema. Bravissimi anche i comprimari. Bella la fotografia, anche se le ambientazioni avrebbero avuto qualcosa in più da dare. L'unica perplessità la desta il passaggio più che repentino e inspiegato da una parte all'atra della Penisola. Piccola nota stonata nella narrazione, che comunque non sottrae godibilità al tutto.
Peccato non aver dato più spazio ad Antonio Catania, ma comunque indovinata la scelta di un volto noto anche in quel ruolo di contorno, che contribuisce a rendere più "di alto profilo" il risultato finale.
Il principale merito del regista è l'aver amalgamato senza sbavature il cinema italiano con un genere che non gli è proprio, senza risultare banale nè emulativo: sembra, infatti, aver studiato i maestri del genere e averne trasposto lo spirito nella cultura patria.
Alla fine, anche l'inizio (perdonate il gioco di parole) viene rivalutato, proprio nell'ottica del crescendo di accadimenti e capovolgimenti che andranno dipanandosi.
Non ho remore nel consigliarne la visione.
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