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Baby killer

Regia di Larry Cohen vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Baby killer

di Lina
7 stelle

Il vero amore dei genitori verso i figli e dei figli verso i genitori è incondizionato e va oltre ogni cosa, questo è il messaggio che traspare dal film.

 

Ricco di palpitante tensione vecchio tipo (decisamente da rimpiangere), di sequenze ossessive immerse in ambienti cupi e inquietanti, di rudimentali effetti speciali e di quel tocco di splatter il cui stile ricorda i vecchi film della Hammer, racconta la storia di un baby-demone, che appena nato, uccide chiunque incontri sul suo cammino. Neppure i genitori riescono a fermarlo e a consegnarlo nelle mani delle autorità, perché lui fugge subito dopo esser stato messo al mondo. È un freak forse ancora troppo piccolo per essere consapevole delle proprie malefatte, agisce d'istinto, come un animaletto che aggredisce per compiere un gesto di autodifesa, eppure il suo cuore e la sua mente, nonostante siano contorti e malevoli, non gli impediscono di provare sentimenti umani.

 

Il pargolo-mostro, infatti, (che viene comunque sempre lasciato vedere attraverso convenienti e preziose inquadrature fugaci), ama tutti i membri della sua famiglia dei quali va alla ricerca e a cui non farebbe mai del male. Sono gli unici che risparmia. Forse vorrebbe solo essere amato e accettato, nonostante la sua orribile natura, proprio da coloro che lo hanno concepito. Sa che tutti gli danno la caccia per sopprimerlo, così si nasconde e si difende come può, ma solo dopo averlo visto in faccia e aver capito quanto sia bisognoso d'amore, i suoi parenti non se la sentono più di fargli del male. Sviluppano anzi un forte senso di protezione nei suoi confronti.

 

Indimenticabile il raccapricciante verso piagnucolante e stridulo che emette il piccolo freak ogni volta in cui vuole annunciare la propria presenza.

 

Un figlio è pur sempre un figlio, questo è il reale soggetto di quest'horror metaforico, morboso e sciagurato, che suscita emozioni contrastanti.

 

Un velo di malinconia fa da sfondo alla trama magra ma di grande potenza e impatto psicologico. Quasi dispiace vedere il piccolo mostro morire alla fine. La sua storia vive d'intensità propria e pone davanti a una serie di riflessioni sui casi anomali della vita.

 

Non è la solita roba trita e ritrita sfruttata con freddezza dal cinema di genere giusto per far accapponare la pelle ed è per questo che merita d'essere visto dagli amanti degli horror.

 

Buono il lavoro registico effettuato, con stacchi della telecamera efficaci e riprese lente che fanno salire la tensione.

 

Discreto il livello di recitazione degli attori.

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