Regia di Aaron Norris vedi scheda film
Walker, ranger texano, sventa un rapimento su una mongolfiera (!) e fa amicizia con un giovane soldato, che istruisce nelle arti marziali. Proprio con l'aiuto del ragazzo darà la caccia a un pericoloso killer, che attenta anche alla vita di Trivette, collega di Walker.
Non che gli altri episodi della lunga e fortunata serie di Walker Texas Ranger siano statici o noiosi, ma in questo Il figlio di Thunder si riconosce a perfezione la mano, sul copione e dietro la macchina da presa, di Aaron Norris, fratello del protagonista e affezionato dell'action. Questo duplice episodio, uscito anche come unico film per la tv, è un concentrato di ritmo, stunt e adrenalina, oltre ai consueti buoni sentimenti di fondo che permeano le storie di Cordell Walker; le firme in sceneggiatura sono quelle dei fratelli Norris e, tanto per capirci, la storia comincia con un complicato salvataggio di alcuni rapiti su una mongolfiera, con tanto di scene aeree e tensione fin da subito alle stelle. Naturalmente la trama presto si appiattisce – si parla pur sempre di televisione: il budget è ristretto e occorre fare di necessità virtù – e si incanala verso la più classica delle parabole 'alla Norris': un cattivo a piede libero, un buono intrepido a dargli la caccia, una morale cristianeggiante sempre a portata di mano. Il figlio di Thunder si ricorda anche per essere l'episodio in cui James Trivette, il collega di Walker, finisce in fin di vita; ovviamente si riprenderà dal coma e lo farà nel finale del lavoro, pronunciando la mitologica battuta “Ho bisogno di un paio di giorni di riposo”. Per appassionati di Chuck Norris e della sua inimitabile epopea. 3,5/10.
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