Regia di Asif Kapadia vedi scheda film
Questo bel documentario ha il pregio di entrare nella vita di un cantante e ragazza straordinaria. La sua voce era sublime, cantava con una naturalezza disarmante, nata per questo. Parte in sordina, umilmente scanzonata, fin da ragazzina, le sue "cantate" fanno tremare dai brividi di emozione le persone accanto a lei.
Era giovane quando muore, lasciando un vuoto insostituibile, a mio modesto avviso impossibile da colmare per un bel pezzo di tempo e di storia, la sua vena artistica le scorreva nel sangue, come nel sangue e troppo presto prendevano posto alcool e droga, dal documentario si evince, soprattutto cocaina fumata. Da qui incominciano guai, cadute, ricadute, risse, amori finiti, con tentativi falliti di ripensamenti; se all'inizio i suoi concerti erano gioia e vita per chiunque fosse appassinato di musica, ma anche per tanti profani, i guai gia' sviluppatisi in privato arrivano a galla con tutta la loro crudelta' ed evidenza, impedendo ad Amy di cantare come aveva sempre fatto.
Alcuni concerti evidenziano le sue condizioni psico-fisiche, non ce la faceva piu' a cantare libera, era come imprigionata dai suoi stessi malesseri che venivano da lei alleviati con degli altri molto peggiori ed infausti, come appunto alcool e droga pesa.
Impressionanti, erano i suoi casini, vedendola atterrare sullo schifo che la vita troppo spesso ci sbatte in faccia. Amy era una persona generosa, amava stare in compagnia, adorava i bimbi, ha fatto tanto bene a noi tutti, per il suo straordinario talento, ma molto efficaci sono stati anche i suoi gesti di altruismo, verso chi era ed e' meno fortunato di lei.
Manchera' a tanti Amy Winehouse, e' per questo che il documentario spiega bene e senza lungaggini inopportune, la grave perdita di una ragazza vulnerabile, emotiva, problematica, ma al tempo stesso carismatica e meravigliosa, presa per il culo da un mondo piu' grande di lei e da persone poco avezze a riconoscere i suoi problemi e le sue debolezze, che le sono stati fatali.
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