Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film
E' un film riuscito in parte, ma non per questo disprezzabile. Siamo al di sotto di "Mignon è partita" e "Il grande cocomero", ma non si può dire che la Archibugi giri a vuoto. Mi pare che l' intenzione di questo film sia paragonare la prima generazione di comunisti italiani del dopoguerra (quella dei grandi ideali, dei modelli da seguire, dei valori, della dedizione, dell'integrità) con i comunisti o pseudo tali degli anni '70, che sostenevano che bisognava innanzitutto distruggere tutto ciò che c'era e c'era stato, ma non riuscivano ad andare oltre a questo. Entrambe le generazioni, incarnate nel film dal nonno e dalla nuora, sembrano essere fallite o in via di fallimento (quanto alla seconda).
Un fatto curioso del film è che all'inizio la protagonista sembra essere la bambina, dopo l'attenzione si sposta sul nonno, ma lentamente poi si capisce che lo spazio maggiore se lo guadagna la nuora. Il suo personaggio è definito bene, sia con le cose che si vedono che con quelle accennate nei dialoghi. Specie quest'ultimo punto io lo ritengo una virtù in un film. In fin dei conti, comunque, non è raro vedere donne così in giro.
Invece, il personaggio del vecchio, interpretato da Mastroianni, non è approfondito e messo a fuoco com'era necessario. Viene costruito a poco a poco il suo ritratto, ma secondo me rimane un po' evanescente. Matroianni comunque riesce con la sua bravura a riscattare in parte queste lacune. Quanto alla bambina, le hanno scritto una parte di saputella sputasentenze che me l'ha resa un po' antipatica, al di là dell'attrice.
La Archibugi sembra guardare le ideologie da una certa distanza, credo anche in modo velatamente critico, e si sofferma invece da vicino sugli effetti che queste hanno sulle vite concrete delle persone, tra sofferenze e fallimenti. Tra il vecchio e la nuora, il rispetto maggiore sembra guadagnerselo il primo; vecchio comunista, gli viene rimproverato che quando insegnava bocciasse i suoi studenti. Sì - risponde - perché gli volevo bene. La giovane mamma, invece, è una sbandata che vaga qua e là, e da un uomo e all'altro, senza riuscire a dare forma e senso alla propria vita. Almeno finché non incontra il suocero, che forse diventa per lei quel padre che, quando lei era piccola, se ne era andato di casa per un'altra donna. Ma la voglia di fare esperienze, conoscere gente, cambiare, ha la meglio anche su questo.
Insomma, il film non è felicissimo e la regista zoppica qua e là; in qualche passo poi c'è come un'aria televisiva. Tuttavia il risultato finale secondo me si guadagna la sufficienza.
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