Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film
Siamo quasi ai confini della realtà .....
In un cinemino di periferia , durante la proiezione di un Western Spaghetti , un colpo di pistola uccide uno spettatore in platea .... Alla fine degli Anni '70 la RAI non era ancora ridotta ad inseguire l' audience a tutti i costi con squallidi reality e fiction buoniste . Si poteva così permettere il lusso di sperimentare cose originali , finanziando ( oltre ai tipici sfarzosi varietà ed ai classici sceneggiati basati sulle grandi opere letterarie ) prodotti più di nicchia , come la bella serie de " Il fascino dell' insolito " o film come questo . Pensate che questa pellicola per la tv fu presentata in anteprima al Festival di Berlino del 1978 , ottenendo una buona accoglienza sia dalla critica che dal pubblico . Si immaginò quindi di distribuirla al cinema , ma la cosa non fu possibile per ragioni produttive . Così , dopo una fugace visione televisiva , finì in pratica nel dimenticatoio delle teche RAI . Ed è un vero peccato , perchè si tratta di una pellicola interessante sia come argomento sia come confezione . Del resto il regista genovese Giuliano Montaldo ed il suo sceneggiatore di fiducia Nicola Badalucco sono sempre stati una buona garanzia di qualità . La storia rielabora un' idea del grande Ray Bradbury ( esplicitamente citato nel film ) ed innesca un' intrigante riflessione metacinematografica . Il cast è molto corale , senza grandi nomi di spicco , ma zeppo di volti noti di grandi caratteristi di quegli anni d' oro del nostro Cinema di genere .
Troviamo infatti tra gli altri Flavio Bucci , Ettore Manni , Luciano Catenacci , Brizio Montinaro , Marzio Honorato ed Aurore Clement , oltre ai preziosi camei dei grandi Giuliano Gemma e William Berger . Eccellente anche la ricostruzione ambientale del cinematografo popolare degli Anni '70 ( in cui lavorava una vera pletora di persone ! ) , con le affascinanti locandine d' epoca affisse dappertutto e le divertenti ( false ) pubblicità prima dello spettacolo . Un film originale che , nonostante la claustrofobica ambientazione unica nel cinemino , riesce a mantenere sempre un giusto livello di tensione e contemporaneanente a stimolare riflessioni sul potere evocativo delle immagini . Secondo me si merita un bel 7 .
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