Regia di Shûhei Morita vedi scheda film
Karurenbo è un OAV del 2005, scritto e diretto dall'esordiente Shuhei Morita.
[OAV: Original Anime Video, ossia anime pubblicati direttamente per l'home video, senza essere stati trasmessi nè in tv nè al cinema; a partire dagli anni 90 gli OAV conquisteranno il mercato globale grazie ad una serie di grandissimi autore come Hideaki Anno oppure S. Watanabe].
Sinossi:Nei bassifondi di Tokyo, alcuni ragazzini del luogo giocano ad un nascondino alquanto misterioso ed enigmatico dove le loro stesse vite sono a rischio....
Nel 2005 il regista, sceneggiatore e animatore Shuhei Morita insieme allo scenografo e disigner Daisuke Sajiki decidono di fondare un proprio studio d'animazione: Yamatoworks.
Il loro obiettivo è creare prodotti animati originali, quasi sperimentali ma allo stesso tempo legati ad una certa tradizione in modo tale da non creare un totale straniamento nel pubblico, ed il loro primo progetto è proprio Karurembo.
L'anime in esame è realizzato in G.I con la tecnica del cel-shading, raggiungendo un risultato eccelente dal momento che l'animazione 3D di Morita ricorda molto quella tradizionale mantenendone (come sottolinetao anche da Tavassi in Storia dell'animazione giapponese, pp.408) calore e suggestività, per merito di una diligente postproduzione a mano.
Karurenbo presenta un soggetto raffinato e audace, come dimostra il finale pessimista e abbastanza macabro non certo rivolto ad un pubblico infantile.
Il corto (dura 25 minuti) è contraddistinto da un'atmosfera cupa ed inquietante, presente già a partire dai primi minuti; superlativo l'inizio dove Morita opta per un lungo piano sequenza composto da un'unica carrellata verticale dall'alto verso il basso dove emergono svariati grattacieli per nulla edificanti il tutto contraddistinto da una nebbia abbastanza fitta.
Lo stile richiama due grandi maestri dell'animazione, il primo è Otomo per quanto riguarda l'elemento cyberpunk: il gioco si svolge in un'area molto particolare, composta da strettisimi vicoli dove spopolato cavi e tubature inoltre l'ambiente mi ha ricordato vagamente Ghost in the Shell di M. Oshii .
Importante anche evidenziare come il soggetto si ricollega ad elementi iconografici tardizionali della storia del Giappone: Yokai che sembrano incarnarsi [questa volta evidenziato da Fontana ne La Bomba e l'Onda pp.170] al posto dei bambini o in veste di nemici.
Il film fu presentato in diversi festival ,sia nazionali sia non, con esiti molto positivi; Morita grazie a Kakurenbo ha suscitato l'interesse di Otomo che lo coinvolgerà nel progetto Freedom del 2006.
Morita ad oggi si conferma essere uno dei "giovani" più promettenti del panorama giapponese.
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