Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Sebbene in parte ispirato alla reale vicenda di Sibille Scmitz, diva del cinema del Terzo Reich morta suicida nel 1955, Veronika Voss sembra soprattutto un omaggio di Fassbinder a "Viale del Tramonto". Ambientato nello stesso periodo (i primi anni 50), ha come protagonista una ex diva del cinema che, come la Norma Desmond del film di Wilder, non si rassegna al declinare della sua fama (a suo tempo raggiunta in gran parte grazie alla ormai imbarazzante protezione di Goebbels), sogna un irrealizzabile ritorno alla gloria e sprofonda nella depressione, nell'instabilità psichica e nell'abuso di sostanze. Questa sua debolezza la porta nelle grinfie dell'approfittatrice dottoressa Katz, che rende i suoi pazienti dipendenti dalla morfina, facendosi lasciare in eredità case e beni in cambio della fornitura di droga.
Robert, un giornalista sportivo, incontra Veronika per caso in una notte di pioggia, mentre vaga spaesata e impaurita, e rimane affascinato dalla sua figura, nonostante non la ricordasse affatto come diva.Per Veronika, che ha alle spalle un matrimonio finito con lo sceneggiatore dei suoi film, l'amore per il giornalista rappresenta un ultimo disperato tentativo di rimanere legata alla vita e non sprofondare nel baratro della follia. Resosi conto a poco a poco del dramma vissuto dalla donna dietro la superficiale apparenza di divismo che cerca di trasmettere, l'uomo (con il generoso aiuto della fidanzata Henriette) cerca inutilmente di aiutarla indagando sul mistero che avvolgere il dramma di Veronika, soggiogata psicologicamente dalla dottoressa Katz da cui dipende per le dosi di morfina di cui non può più fare a meno, fino al punto di difendere la sua carnefice rendendo così vani i tentativi di Robert di salvarla.
Fassbinder in questo film omaggia il cinema anni 50 di cui cerca di ricreare lo stile e e le atmosfere, ricorrendo ad uno stupendo e nitido bianco e nero, in cui contrappone il biancore abbagliante dello studio della dott.ssa Katz e le scene in esterno notturne e tenebrose.
La trama intreccia abilmente dramma e noir e, come nel capolavoro di Wilder, la sceneggiatura è ricca di battute amare, feroci ed impietose, che esprimono la decadenza personale della protagonista e del mondo di cui faceva parte, in questo caso non il cinema muto come per la Desmond, ma la Germania nazista, un passato imbarazzante che la nuova società tedesca cerca di rimuovere.
La protagonista Rosel Zech, quando intona con voce roca "Memories Are Made Of This" ricorda Marlene Dietrich. In un ruolo muto di un paziente della dott.ssa Katz appare l'attore nero americano/tedesco Günther Kaufmann, il padrone della locanda del successivo film di Fassbinder, Querelle de Brest.
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