Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Una delle migliori opere di Fassbinder. Un film estremamente drammatico, nel quale i sentimenti esplodono con asprezza. Aiutato da una fotografia in bianco e nero che trasmette costantemente un senso di inquietudine, l’autore ci racconta la storia di una ex-diva del cinema tedesco, caduta pressoché nell’oblio con la fine del nazismo. Tossicodipendente e preda di una losca dottoressa che le procura le necessarie dosi di morfina, incontra un giornalista sportivo, sposato, con il quale ha una relazione segnata dall’ambiguità. Il malcapitato tenta goffamente di aiutare l’attrice ad uscire dalla sua tormentata situazione, coinvolge la propria moglie nella complicata vicenda e ne esce duramente sconfitto. Trama pesante, evidentemente, il classico thriller psicologico, pilotato con mano maestra da questo sconcertante e indimenticabile artista tedesco. Gli attori sono sorprendenti per naturalezza e intensità della recitazione. Non sono nomi che conosco, ma quella Veronika Voss, quel giornalista e quella dottoressa si impegnano in maniera quasi disarmante. Non so neppure come gli sia venuta in mente la colonna sonora, ma che grazia, che intelligenza di commento musicale! Non sono un ammiratore incondizionato di Rainer Werner Fassbinder, ma questo film, visto al cinema quasi 30 anni fa e rivisto di recente (in versione originale sottotilata – scelta che consiglio vivamente) è per me una delle sue migliori realizzazioni.
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