Regia di Jan Hrebejk vedi scheda film
E' una sorta di "Stangata" in salsa ceca, che mi è proprio piaciuta. Per raccontarla, il regista assembla con mano leggera una serie di personaggi eterogenei, che hanno in comune il vivere ai margini della società e riesce a rappresentarli in modo credibile e realistico.
Il film è diviso sostanzialmente in due parti. La prima è molto tranquilla, ma gradevole e non noiosa, dove viene mostrata la vita quotidiana di questi personaggi un po' buffi; scorre senza urti ma con attorno il fermento del liberismo economico appena introdotto. La società è quindi come un astemio che si sta facendo la prima bevuta, senza conoscere i pericoli e gli effetti dell'alcol. Intorno infatti pullulano nuovi mestieri e nuove figure, non tutti onesti e puliti. Accanto ai nuovi lavori multilivello, non necessariamente truffaldini, prolifera infatti un sottobosco di imbroglioni e truffatori che si danno da fare per acchiappare gli allocchi che aprono il becco ad ogni uccello che canta. Un modo per spennare questi ingenui è il "gioco della conchiglia", quello con tre mezzi gusci e la pallina sotto uno di essi. Esso infatti si presta a trucchi di ogni tipo, e viene gestito da un manica di brutti ceffi.
La seconda parte cambia ritmo, e vede il gruppo di amici, eterogenei come l'armata Brancaleone, mettere in piedi un mega-inganno per riprendere i soldi che uno di loro ingenuamente ha perso al gioco truccato. Qui le risate fioccano, soprattutto perché tutti sono perfettamente seri...
Il maggior pregio di questa bella commedia, infatti, è la leggerezza dell'umorismo, che viene costruito con situazioni spassose e una recitazione sempre contenuta e naturale. Questo stile contenuto è tipico del cinema ceco, e finisce per aumentare le risate anziché diminuirle. Esse scaturiscono dalle situazioni che si vedono sullo schermo, e non dagli attori che fanno i buffoni o i pagliacci. Quest'ultima tecnica viene invece usata dalla commedia italiana moderna, che infatti le risate non me le cava neanche con le tenaglie.
Il finale è amarognolo e un po' lirico, e stempera opportunamente l'ilarità di poco prima.
Decisamente era da importare in Italia, magari al posto qualche commedia sciocca e volgare d'otreoceano.
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