Regia di Rob Zombie vedi scheda film
Sangue, violenza, sadismo e male privo di spiegazione in un vortice dell'orrore tipico del cinema di Rob Zombie. Visivamente angosciante, pur se la trama e i personaggi non brillano per originalità.
Rob Zombie o si apprezza o si detesta.
Di certo il suo personalissimo stile visivo dietro la macchina da presa, indifferente e spesso cinico testimone ravvicinato di sangue, sudore e lacrime versati in eguale misura dai protagonisti delle sue pellicole, non lascia indifferenti e, complice una fotografia vintage intrisa di pochi colori alterati, è ciò che maggiormente colpisce lo spettatore che assiste ad un suo lungometraggio.
Ciò vale anche per questa sua ultima fatica cinematografica, da noi arrivata direttamente per il mercato home video, in cui la trama sostanzialmente rispecchia quella di altri suoi film: un efferato gioco al massacro perpetrato da individui che rimangano ignoti, senza una vera ragione se non quella di un sadico divertimento le cui vittime sono inconsapevoli ed eterogenei rappresentanti di un'umanità anch'essa nel profondo corrotta.
Se infatti la sceneggiatura appare quanto mai ripetitiva, così come lo è l'ambientazione collocata nella trasgressiva America degli anni '70, il regista riesce comunque a rendere interessante lo svolgimento, dando il giusto spazio a ciascun personaggio, sia esso una vittima o un carnefice, senza mostrare mai una netta separazione di giudizio tra buoni e cattivi, seppure è da riconoscere che un trattamento di riguardo viene come sempre riservato alla moglie, la sensuale Sheri Moon, cui affida il ruolo di maggiore spessore.
Gli ingredienti sono i soliti: una buona dose di gore, musica rock, allusioni sessuali, linguaggio crudo e tanta violenza sconsigliata ai deboli di stomaco, eppure il clima che tali elementi sono in grado di riprodurre trasmette una qualche attrazione malsana, che spinge a voler conoscere il destino dei malcapitati.
Particolarmente memorabile la prova di Richard Brake nei panni di uno spietato assassino di mestiere, che "accoglie" gli spettatori nell'incisiva sequenza iniziale in un inquietante bianco e nero; sorprendente e azzeccato Malcolm McDowell nella parte più ambigua del film.
Nonostante la poca innovatività ai livelli di trama e dinamiche, immancabile la visione per chi ammira il cinema horror di Zombie o è in cerca di un prodotto d'autore, che si distanzia dalle, spesso scialbe, pellicole horror hollywoodiane.
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