Regia di Rob Zombie vedi scheda film
Rob Zombie è davvero un grande regista. Lo aveva dimostrato agli amanti dell'horror con La casa del diavolo, poi con Le streghe di Salem, horror atmosferico reso grande dall'utilizzo scientifico della macchina da presa, inedito nel suo cinema ribollente, così istintivo e feroce. Con 31, la cinepresa di Rob Zombie torna a tremare come impugnata da un pazzo scatenato. L'occhio straziante del regista torna a perlustrare la scena senza mai trovare pace. Nel tripudio di verdi e blu il sangue schizza di campo in controcampo, unendo Saw, The Cube, The Running Man e Society in un horror che attinge a piene mani dal calderone (insanguinato) del cinema di genere, un'opera che nei suoi difetti, le sue degenerazioni e la sua anarchia è già un po' cult. Non c'è da aspettarsi altro: lo spettacolo sporco e spudorato è lì sullo schermo, pronto per essere accompagnato da popcorn e stomaci temprati. Come un inquietante carillon che cattura in ogni istante, dentro scenografie infernali immortalate dal fiato gelido della morte, dentro pennellate d'ansia profonda, che scavalca il sangue per portarci davanti al potere illimitato di giganti, padroni del mondo, maestri nel tessere una realtà senza scampo di cui anche noi spettatori, un tantino sadici, godiamo. E' interessante notare come gli orchestratori di questo gioco atroce siano sempre al corrente d'ogni azione dei 'topi nel labirinto', malgrado non vi sia mai un accenno ad una telecamera o a un banale microfono. Di quadro in quadro insanguinato siamo noi a osservare la partita per loro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta