Regia di Rob Zombie vedi scheda film
Il circo di Rob Zombie è arrivato in città ed è maledettamente cattivo. Era dal 2007, dall'ottimo remake dell' "Halloween" di Carpenter, che Zombie non faceva un film alla sua altezza, lui che è un regista di genere, certo, ma fra i più talentuosi, vero erede del "new horror" anni settanta. La qualità, a mio modo di vedere, era in calando. Con "31", che si riferisce sia alla data in cui si svolge il film, 31 ottobre 1976, guarda caso un Halloween di quaranta anni fa, sia al nome del "gioco" a cui gli sventurati protagonisti saranno costretti a partecipare, torna a buoni livelli, non eccelsi come in "La Casa Del Diavolo", uno dei più grandi film degli anni zero, ma Zombie è in salute, eccome. La prima mezz'ora è meravigliosa, con rimandi proprio al suo capolavoro di cui sopra, con questa gang di sgangherati circensi sudisti immersi in un paesaggio polveroso e "redneck", mentre la musica dell'epoca fa da sfondo, (Zombie, che è anche musicista metal, è sempre bravissimo nel scegliere le musiche). Tutto molto bello, fino a quando con uno stacco netto, troppo, i cinque si trovano prigionieri in una specie di labirintico sotterraneo industriale, in cui dovranno provare a sopravvivere per 12 ore a una serie di psicopatici personaggi da circo, del tipo clown muniti di motosega o feroci nani nazisti. Tutto un po' trash, a dire il vero, ma che Zombie gestisce con polso solido, spingendo sulla visionarietà, dando una forza incredibile a ogni inquadratura, a ogni dialogo, affondando una trama abusata in una macelleria senza scampo. Senza l'abilità evidente del regista, tutta questa parte di film sarebbe stata inutile e noiosa. Qui, invece, trova un senso ed è godibile. Rimane il fatto, come dimostra anche il finale, che Zombie dà il meglio di sé alla luce aperta, su quelle highway che lui sa trattare a meraviglia, quasi come Peckinpah, di cui, io, lo ritengo erede, seppure il genere è diversissimo. Con qualche sforbiciata e qualche idea in più, questo "31" avrebbe potuto essere un altro grandissimo film: così com'è è un bell'intrattenimento, è horror di alta scuola, come a quei tempi là, cattivissimo e politicamente scorretto. Finalmente.
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