Regia di Guy Ritchie vedi scheda film
Buon tentativo ma non è riuscito, assurdo buttarci così tanti soldi.
Guy Ritchie cerca di dare verve all’ennesima trasposizione del mito di re Artù. Lo fa con le sue armi, con le sue possibilità, che solitamente non sono poche (a me piacciono un sacco i suoi film), ma ahia, neanche a lui riesce bene.
Si narra qua di come il piccolissimo Artù riesca a fuggire mentre lo zio fa fuori tutti per arrivare al trono; Artù poi crescerà, ignaro del suo passato e in definitiva anche del suo futuro, il suo destino che è quello di impugnare Excalibur, che qua è una spada fatata.
L’avventura è piacevole, Charlie Hunnam (Pacific Rim) funziona come Artù, lo zio cattivo Jude Law fa un po’ Young Pope, ma va bene, gli effetti sono buoni e secondo me chi buca lo schermo è però la Maga, non meglio definita anche se dovrebbe essere forse Morgana, l’attrice Astrid Berges – Frisbey, la classica bellezza che dici ok, carina, ma più la osservi e più ti dici, ma come ho fatto a definirla solo carina, una bellezza un po’ diesel, non immediata ma notevole, già sirena nel dimenticabile Pirati dei Caraibi 4, già bellissima protagonista in I Origins.
Il film nel complesso è da 5/6, senza difetti enormi ma senza qualità evidenti. Rimane un filmetto d’azione abbastanza piacevole. Per motivi a me incomprensibili, la produzione ha investito in questo film una cifra sbalorditiva, neanche fosse uno Star Wars; gli incassi deludenti ne hanno decretato la catastrofe al botteghino, uccidendo subito l’ipotesi di farne un seguito o addirittura una esalogia come ipotizzavano. La critica di tutto il mondo l’ha massacrato, mentre il grande pubblico non è stato così cattivo.
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