Regia di Michael Thelin vedi scheda film
Un thriller di nome, non di fatto, sul classico tema della babysitter orco. Girato in maniera meno che televisiva, privo di ritmo, e con una sceneggiatura piena di incongruenze.
L'agiata famiglia Thompson vive nel lusso di un villa ben arredata e frequentata dai tre piccoli figli a carico: Jacob, Christopher e Sally. La sera dell'anniversario di nozze la coppia esce per una romantica cena ed incarica una nuova babysitter, tale Anna, in sostituzione dell'ordinaria Maggie. In realtà Anna è stata fatta prigioniera e al suo posto è pesente Emelie (Sarah Bolger): una straniera che non può avere figli ed ha cambiato -Dio solo sa perché- identità, fuggendo dalla patria d'origine -sempre Dio sa il perché- assieme al compagno. Ovviamente la ragazza punta al rapimento della piccola Christopher, di soli quattro anni. Ma per arrivare al dunque Emelie non esita a terrorizzare i piccoli: dapprima rimuove un tampax usato e insanguinato, e poi ne mette uno nuovo, di fronte all'undicenne Jacob: "Credo di avere visto la mia prima f...", sentenzia entusiasta (!) il piccolo ancora incredulo, ad un amico, via cellulare, senza immaginare i dolori che seguiranno. Emelie, infatti, da in pasto di fronte ai bimbi, ad un vorace pitone, un innocuo criceto (questi borghesi: con figli piccoli sono gli animali domestici adatti da tenere in salotto!). Ancora, la babysitter all'ora del film mette su, per la gioia dei pargoli, le riprese intime dei genitori, fatte con una videocamera mentre praticano sesso rumoroso. Ma al peggio non c'è fine e la "simpatica" Emelie legge una bella storiella alla più piccola, per augurare la buona notte. Ah... lasciando in giro per casa la pistola del capofamiglia.
La trama sembrerebbe annunciare essere film interessante. Più o meno come vedere la Santissima Messa, versione estesa, con contorno di mal di denti e raffreddore, compresa predica pre e post funzione. Regna una sciatteria di fondo senza eguali, alla quale ben si adegua Sarah Bolger, ovvero Emelie, con i suoi sorrisetti ebeti ogni qual volta si appresta ad "educare i bambini". La sceneggiatura ricalca un tema abusatissimo, con a capo di tutta la filiera (per importanza) l'imperdibile La mano sulla culla è la mano che governa il Mondo, con Rebecca De Mornay, invece di Sarah Bolger. Due titoli che, accostare è come, in metafora, se a Nino Frassica fosse stato dato compito di riscrivere, con il suo lessico da palcoscenico, La Divina Commedia. La sceneggiatura fa acqua da tutte le parti, arrivando al grottesco nel finale: la coppia sta rientrando dal ristorante quando ha un terribile incidente automobilistico. Chi è l'altro sinistrato? Coincidenza: il compagno di Emelie (che ovviamente conserva nel portabagagli il corpo di Anna, la vera babysitter). Ora: vero è che le vie del Signore sono infinite ma la possibilità che avvenga questo tipo di incidente, in una affollata città americana, è inferiore a quella di azzeccare la combinazione al superenalotto. Ma non basta: Jacob, a undici anni, sale sull'auto sportiva del padre e, con perfetta manovra, esce in retromarcia dal garage per investire la malvagia Emelie.
Non pago dell'insieme di assurdità sparse in meno di settanta minuti, Il produttore, regista e sceneggiatore (e 'sti c....) Michael Thelin insiste: arrivano sul posto ambulanze e forze dell'ordine ma, non si sa come, Emelie -stesa al suolo in bella vista- prima dei titoli di coda se ne scappa: minacciando un seguito che, per grazia divina, sino ad oggi ci è stato risparmiato. Tra allucinanti bloopers (vedi nota) e piatta regia si svolge l'ennesimo film razzista (la babysitter/orco è ovviamente straniera) che parte da un debolissimo soggetto. Infatti quando a circa metà film viene svelata l'identità e l'intenzione di Emelie sorge automatica la riflessione: con tutti i bambini negli orfanotrofi, invece che fare tutto quel casino, non ci stava una semplice adozione? No, eh... troppo complicato!
Il già citato regista, Thelin, ha in curriculum una sfilza di cortometraggi, video clip e documentari a partire dal 2006, ma doveva purtroppo provare anche a dirigere questo bruttissimo thriller d'esordio, scritto con il supporto di altri due sceneggiatori. In seguito, ritorna a straigh to video e corti dei quali -crediamo- nessuno sentirà mai la mancanza.
Curiosità
Il signor Thompson, prima di uscire con la moglie, trova un cappotto appoggiato su una scala. Lo indossa poi gira dietro la macchina da presa e -nel volgere di tre secondi- lo rimuove. In secondo piano lo vediamo armeggiare in un armadio mentre la mano della costumista (con blocco d'appunti a braccetto!) indica una giacca. Sempre in secondo piano vediamo la donna aiutare l'uomo, prendendo il cappotto mentre lui infila la giacca. Una scena di subliminale idiozia...
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