Regia di Luciano Martino vedi scheda film
Commediola dal titolo programmatico, basata su un intreccio di rilievo pressochè nullo, inconsistente e volgarotto, e dal prevedibile 'lieto fine' in cui il 'toro' diventa 'capricorno'. La giusta punizione per il focoso maschio latino è la cornificazione: punto. Non c'è altro, percui occorre farsi bastare le mossette e la recitazione sopra le righe di un Lionello (Alberto) per una volta impegnato in un ruolo di primo piano, le grazie della Fenech, esibite a più non posso lungo tutto l'arco della pellicola, e le straprevedibili gag a sfondo erotico-extraconiugale. Sceneggiatura di Frugoni, Milizia e del regista, più noto come scrittore e produttore, ma talvolta dietro la macchina da presa (questo è probabilmente il suo film più celebre da regista, il che la dice lunga); Luciano è inoltre fratello di Sergio Martino, ben più navigato autore fra i più prolifici all'interno del filone della commedia erotico-demenziale italiana. Fra gli altri interpreti, Aldo Maccione, Ray Lovelock e Alvaro Vitali; contenuti prossimi allo zero, regia elementare, comicità grossolana: l'ennesima dimostrazione che in quegli anni le tette della Fenech facevano staccare tanti, tanti e ancora tanti biglietti alle maschere dei cinema. Ciò che il cinema italiano non ha capito è che, una volta che la Fenech si è ritirata dal cinema, non aveva più senso continuare con questa risibile tipologia di commedie: così purtroppo non è stato e ci siamo ritrovati i cinepanettoni. 2/10.
Marito focoso tradisce ripetutamente la bella moglie; quando lo scopre lei decide di vendicarsi. Ma è difficile scegliere il bersaglio giusto...
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