Regia di Alexander Yellen vedi scheda film
Inutile e poco efficace horror con presenza di patetica bambola assassina. Privo di ritmo, prevedibile e scontato. Il tema del divorzio -sottotraccia- non aiuta il prodotto a risollevarsi qualitativamente, che rimane invece confinato a livello di mediocrità.
La scrittrice Allyson (Jaime Pressly) sta vivendo un periodo particolarmente stressante: in separazione dal marito e con la piccola Claire a carico, acquista una enorme villa nella quale va a vivere, essendo all'oscuro di un tragico fatto di sangue avvenuto tra quelle mura. I precedenti inquilini, una famiglia composta da genitori e due figli, è stata sterminata dal bambino di solo nove anni. Il rinvenimento di una minacciosa bambola, con inciso il nome Lilith, sconvolge la piccola Claire che inizia ad avere comportamenti anomali e antisociali al punto che Allyson cerca aiuto rivolgendosi ad uno specialista in psichiatria, il dott. Freeman (Tobin Bell).
"Se il carro funebre passerà, forse la morte ti cercherà." (Motivo sussurrato dalla piccola Claire)
Modesto e dimenticabile Tv movie diretto da un direttore della fotografia ingaggiato su set di notevoli... boiate per il piccolo schermo (ad esempio tre capitoli di Mega Shark) e già, in precedenza, dietro la macchina da presa per quell'altro obbrobrio ch'è Battledogs. Questo Fienders Keepers (che il titolo italiano proprio non ci incastra 'na mazza) è brutto forte, come può esserlo un filmetto derivativo e privo di spessore narrativo e stilistico. Siamo dalle parti di Annabelle (altro titolo non entusiasmante anche se di successo) anche se qui -data la povertà del budget- la bambola (più brutta che spaventosa e con fattezze "aliene") non si muove nemmeno per un secondo, entrando invece in simbiosi con l'antipatica piccola protagonista, assai pessima come interprete e quindi senza un probabile futuro come attrice. Argomento visto e rivisto, con tentativo di rivitalizzare il mito del Voodoo, intrecciato alla cronaca dei De Feo (Amityville) e con il malefico feticcio che si impossessa della bambina. Le scene degli omicidi (decisamente numerosi e anche spietati) sono girate con la mano sinistra, e la violenza tutta relegata al fuori campo. Tobin Bell è qui l'ombra di Jigsaw, evidentemente costretto a presenziare -una decina di minuti scarsi- per necessità "alimentari". Qualcosa di buono c'è anche: la presenza della aggraziata Jaime Pressly, mammina dai grandi occhioni e i capelli corti, tagliati a maschietto, che non può -per quanto tenti nel look e nel modo di vestire- celare la sua esplosiva carica sessuale femminile. Un po' troppo poco comunque, per i restanti novanta minuti di pleonastica trama, adatti unicamente come riempitivo del palinsesto di qualche canale satellitare di terz'ordine.
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