Regia di Ben Stiller vedi scheda film
Il Centro Per Ragazzi Che Non Sanno Leggere Bene è crollato solo due giorni dopo la sua inaugurazione, a causa dei materiali scadenti con i quali era stato costruito, provocando la morte di Matilda Zoolander e sfigurando gravemente (un segnetto di pochi centimetri) il prezioso viso di Hansel. Per il senso di colpa e per aver perso il figlio, affidato ai servizi sociali per la sua incapacità genitoriale, Derek Zoolander si è ritirato dalle passerelle per diventare una sorta di eremita. Convocato a Roma dalla stilista Alexanya Atoz, assieme ad Hansel, che nel frattempo ha messo su una specie di comune del sesso libero con un gruppetto variegato di uomini/donne/animali capeggiato da Kiefer Sutherland (ebbene sì), si ritroverà coinvolto in un nuovo complicato intrigo, sul quale verrà aiutato ad indagare dalla supersexy agente dell'Interpol Valentina Valencia. E se a tramare nell'ombra fosse proprio l'arcinemico Jacobean Mugatu?
Negli ultimi tempi deve esserci qualcosa, nell'aria di Roma, in grado di neutralizzare la vis comica dei migliori commedianti americani: dopo woody Allen, con l'agghiacciante To Rome With Love, ne fa le spese anche il povero Ben Stiller con questo penoso sequel delle squinternate avventure del supermodello "bello bello in modo assurdo" Derek Zoolander. Il primo episodio era una divertente presa in giro del narcisismo insito nel mondo della moda, una pellicola piena di difetti, ma che si era guadagnata progressivamente lo status di piccolo culto, grazie ad una messa in scena colorata e sgargiante e caratterizzazioni davvero azzeccate. Un film stupido, ma spassoso, insomma. Zoolander 2, invece, è solo stupido, un confuso guazzabuglio che non diverte mai, se non (relativamente) verso la fine, quando, grazie al cielo, compare Will Ferrell/Mugatu, unico personaggio che ancora funziona e che, con i suoi furori isterici, riesce a conferire un minimo di verve ad una sceneggiatura di una piattezza disarmante.
Ben Stiller appare svogliato, alle prese in maniera evidente con una regia/interpretazione alimentare, Owen Wilson se la cava discretamente, Penelope Cruz poteva essere valorizzata meglio, di Will Ferrell abbiamo detto, Kristen Wiig irriconoscibile, Kiefer Sutherland imbarazzante, tra il passabile e il mediocre il resto del variegato cast, con una particolare nota di biasimo per alcune goffe e compiaciute comparsate di personaggi famosi della moda e dello spettacolo.
Caliamo un velo pietoso, infine, sull'ennesima ignobile rappresentazione del Bel Paese da parte del cinema americano, con il solito coacervo di luoghi comuni ed immagini cartolinesche.
Un disastro: 2/10.
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