Regia di Ben Stiller vedi scheda film
La morte improvvisa di una serie di celebrità, accomunate da un'espressione resa celebre dall'ex modello Zoolander, riporta in auge quest'ultimo. Zoolander, affiancato dal collega/rivale Hansel, ricomincia così a combinare disastri, ripartendo da una grande sfilata in quel di Roma.
2001-2016: quindici anni esatti sono intercorsi fra il primo Zoolander e questo secondo capitolo, un sequel che per forza di cose - data la rilevante distanza temporale - si aggrappa al film precedente in maniera confusionaria, senza riuscire a convincere più di tanto dal punto di vista logico-narrativo, che è quello che d'altronde interessa di meno (o addirittura per nulla) per un'opera di carattere decisamente demenziale. E allora sì, al netto di una certa pretestuosità funzionano ancora le gag frivole e i travestimenti buffi di Ben Stiller, Owen Wilson & co., per quanto non si possa tacere il fatto che tali espedienti riescono per la gran parte già sentiti, già visti; il valore aggiunto del secondo episodio sta nella nutrita lista di celebrità che vi hanno preso parte, recitando brevi camei nei panni di sè stessi: Justin Bieber, Miley Cirus, Kiefer Sutherland, Susan Boyle, Naomi Campbell, Sting, Kate Moss e perfino Tommy Hilfiger e Valentino (!), in persona. Fra gli interpreti veri e propri invece basti ricordare Will Ferrell, Penelope Cruz, Justin Theroux e Benedict Cumberbatch e Milla Jovovich. Produzione sfarzosa, forse perfino eccessiva per un lavoro 'leggerino' come questo; girato quasi interamente a Cinecittà, il film nasce da una sceneggiatura scritta dal regista/protagonista Stiller insieme al già citato Theroux, a Nick Stoller e a John Hamburg. 3,5/10.
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