Regia di Ascanio Celestini vedi scheda film
Era difficile far meglio di "La Pecora Nera", il fulminante esordio di Ascanio Celestini, dal teatro impegnato al Cinema, e, infatti, "Viva La Sposa" è un'opera seconda inferiore, ma non poi di molto. L'umanità che l'attore romano tratta, ha un qualcosa che nel cinema italiano di questi anni grami, si trova col contagocce: è una carrellata di personaggi di borgata, in questo caso Il Quadraro a Roma, che, finalmente, sembrano reali, non posticci, non appiccicati alla pellicola come avviene nelle stramaledette fiction tv. E poi, lui, li tratta con tenerezza, che non è patetismo, e tutto questo rende una pellicola imperfetta come "Viva La Sposa", godibile, sincera e bella da vedere. Nicola, il suo personaggio, è uno sconfitto, come tutti quelli che gli ruotano attorno, come l'alcol che gli riempie le giornate, i sogni, il passato e il futuro, forse ha un amore, o un desiderio d'amore, ma, soprattutto, è una persona buona, gentile, che nonostante tutto il degrado di una società che fatica a integrarsi, ha ancora la sua anima salva, fortemente legata a valori quasi dimenticati. La storia è minimale, ma sono proprio le varie umanità che vengono a contatto a darle una luce particolare, a creare interesse attorno a una pellicola rara e priva di scemenze e furbizie. Gli attori sono tutti bravi, dai nomi importanti, Alba Rohrwacher, a quelli poco conosciuti, a dimostrazione che il film funziona e ha i meccanismi giusti. Opera che, immagino, avranno visto in pochi: peccato, avercene di film italiani così.
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